«Erano anni ormai che non si approfondiva più la ricerca sul Socialismo», ha esordito così sabato mattina il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani inaugurando il convegno “Il filo rosso del Socialismo fra il territorio emiliano-ferrarese e quello lepino-pontino” nella sala affrescata dell’Arengo nel Comune di Ferrara. Ha proseguito poi con i ringraziamenti al Comune di Bassiano, entusiasta del gemellaggio e della collaborazione tra i rispettivi istituti storici, che procederà nel 2015 con la celebrazione dei cinquecento anni dalla morte di Aldo Manuzio che, nato a Bassiano, si formò all’Università di Ferrara, costituendo un ulteriore legame etnografico tra le due città. Sulla base di queste considerazioni, il sindaco di Bassiano, Domenico Guidi, già piacevolmente sorpreso «dall’intensa vivacità culturale ferrarese, nonché dalle sue strade pulite», ha aggiunto che «il patto di amicizia metterà nelle condizioni i cittadini di entrambe le realtà di avvalersi delle capacità di chi sa fare politica e amministrazione, doti rare nella società attuale». A seguire, ha aperto la tavola rotonda, coordinata da Anna Maria Quarzi, l’intervento di Roberto Parisini, membro del comitato scientifico dell’Istituto di Storia contemporanea locale, che si è incentrato sulla netta polarizzazione dovuta al movimento socialista ferrarese tra la comunità urbana e quella rurale degli anni Trenta, nel cui vuoto parallelo trovò spazio il sindacalismo fascista guidato da Rossoni. Entrando nel vivo della questione, Cristina Rossetti dell’Istituto di Scienze Umane e Sociali di Latina, colei che ha avuto l’idea dell’incontro, si è focalizzata sulle donne socialiste ferraresi e pontine nei primi anni Cinquanta, approfondendo lo spirito di figure femminili care a ciascun territorio. Per terzo ha esposto il saggista latinense Dario Petti, che ha analizzato la presenza dei coloni di origine emiliano-romagnola nei Consigli comunali delle città nuove dell’Agro Pontino, con tutti i dati inerenti alle loro vicende pubbliche e private. Infine Stefano Mangullo, docente di Storia contemporanea all’Università di Roma Tor Vergata, ha parlato della contesa tra i contadini della montagna e i coloni della pianura della provincia di Latina nell’immediato dopoguerra.
Mario Giorgi