Non solo malumori all’interno del Popolo della Libertà (con il duro scontro verbale tra Alfano e Bondi) e all’interno di Scelta Civica (con Monti che lascia la presidenza dopo essere stato di fatto sfiduciato da 11 senatori), la Legge di Stabilità presentata dal governo guidato da Enrico Letta mette apprensione anche all’interno del Partito Democratico. Ad alzare la voce è Stefano Fassina, viceministro all’Economia, che si è detto pronto a presentare le sue dimissioni a Letta di ritorno dal viaggio negli Stati Uniti. A determinare la decisione sarebbe stata l’estromissione dai lavori preparatori della legge di stabilità. Fassina lamenterebbe il fatto di aver chiesto più volte la documentazione relativa alla legge di stabilità e di non averla mai ricevuta. Il viceministro di via XX Settembre avrebbe chiesto anche di essere coinvolto nella stesura del provvedimento di bilancio e anche in questo caso, secondo la sua visione dei fatti, non avrebbe avuto nessun riscontro da palazzo Chigi. La legge di stabilità, però, non piace neanche a Guglielmo Epifani, segretario del Pd che lamenta una scarsa attenzione nei confronti della parte della popolazione che sta peggio. Epifani fa riferimento ad alcune modifiche che secondo lui andrebbero apportate al testo prima di essere votato dalle Camere: indicizzazione delle pensioni, fondi per i non autosufficienti, intervento per le disabilità. Sulla nuova legge presentata da Saccomanni, Alfano e Letta è intervenuto anche l’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani, che ha affermato: “Forse si sono create troppe aspettative, ma trovo alcuni giudizi ingenerosi. E’ la prima volta in Italia in 3 anni che non si taglia la sanità e si dà un minimo slancio ai comuni”. Per Laura Puppato, infine, con la manovra ci sono difficoltà di coperture: “Non ci avviciniamo neanche lontanamente al principio per cui più bocche mangiano in una famiglia e più si dovrebbero limitare i costi di quella famiglia. Questo meccanismo non è ancora entrato nella logica politica del Paese”.