Non è solo una fredda giornata di dicembre. È un giorno triste. Uno di quelli che riscrivono la storia dello sport entertainment e, prima ancora, delle nostre vite. Oggi è finita un’era: John Cena si è ritirato dal wrestling. E con lui, per molti di noi, finisce l’infanzia. Da oggi non si è più bambini. Perché il più grande di tutti è sceso dal ring per l’ultima volta.
Nella notte, al Saturday Night’s Main Event, è andato in scena l’ultimo match del 17 volte campione del mondo: John Cena contro Gunther, l’austriaco destinato a essere il futuro della WWE. Una battaglia intensa, dura, quasi crudele. E il finale è stato quello che forse nessuno era pronto ad accettare: Cena sconfitto, umiliato, costretto alla resa dopo una lunga sequenza di sottomissioni. Un epilogo amaro ma inevitabile, con il testimone che passa di mano e la leggenda che saluta.
Il pubblico, ferito ma riconoscente, non ha potuto fare altro che alzarsi in piedi. Una standing ovation che è diventata un abbraccio collettivo: la Cenation, i colleghi di una vita, la sua gente. Lacrime e applausi infiniti. Poi lui, lentamente, che si è spogliato degli abiti che lo hanno reso iconico. Ha guardato il ring, lo ha salutato. Per l’ultima volta. Si è inchinato, ha ringraziato tutti, sorridendo con gli occhi lucidi.
È finita. È finita davvero. E a John Cena possiamo dire solo una cosa: grazie. Grazie per aver insegnato a non mollare mai. Grazie per aver dimostrato che lealtà e rispetto non sono parole vuote ma valori in cui ancora si può credere. Grazie al Greatest Of All Time che oggi ci ricorda che è il momento di diventare grandi. Perché il più grande di tutti si è ritirato.



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