L’ingresso ufficiale della cucina italiana nella Lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO rappresenta un traguardo storico che riempie il Paese di orgoglio, valorizzando non solo le tradizioni gastronomiche, ma anche i valori di sostenibilità, lotta allo spreco e tutela della biodiversità che caratterizzano il nostro modello alimentare.
«La cucina italiana riconosciuta Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO è un risultato che riempie il Paese di orgoglio. Come Regione Lazio abbiamo sostenuto questo percorso sin dall’inizio, convinti che la nostra tradizione culinaria non sia solo un insieme di ricette, ma un’eredità fatta di cultura, identità, radici. È anche un valore economico enorme, custodito e portato avanti ogni giorno da maestranze straordinarie. Nel Lazio questo è tangibile. Ogni provincia, dal reatino al sud pontino, può vantare un’eccellenza gastronomica che racconta la storia delle sue comunità e la qualità dei suoi prodotti. È un mosaico di saperi che merita di essere protetto e promosso», ha dichiarato Il Presidente Rocca, evidenziando il ruolo fondamentale della tradizione culinaria nel tessuto sociale e culturale del territorio.
Accogliendo con soddisfazione la notizia, l’assessore all’Agricoltura e alla Sovranità Alimentare della Regione Lazio, Giancarlo Righini, aggiunge: «Questo riconoscimento premia non soltanto la straordinaria ricchezza delle nostre tradizioni gastronomiche, ma anche i valori di sostenibilità e tutela della biodiversità. Desidero rivolgere un sentito ringraziamento al Governo Meloni, e in particolare al ministro Francesco Lollobrigida, per l’impegno costante nel valorizzare in sede internazionale le eccellenze agroalimentari italiane. La cucina italiana non è solo tradizione, ma identità condivisa e pratica quotidiana che unisce territori, comunità e stili di vita. Un ringraziamento va anche ai nostri agricoltori, che ci regalano ingredienti unici al mondo. La decisione dell’UNESCO rafforza ulteriormente la nostra missione regionale: proteggere e promuovere le filiere agricole, salvaguardare le produzioni tipiche e sostenere la qualità e l’autenticità del cibo che nasce dai nostri territori. È un successo dell’Italia intera, che ci sprona a continuare con rinnovato entusiasmo il lavoro a sostegno del mondo agricolo e del valore culturale che esso esprime».
Entrambi sottolineano l’importanza di difendere e promuovere le eccellenze locali, considerandole non solo patrimonio culturale, ma anche risorsa economica e identitaria, simbolo di un’Italia che unisce tradizione e innovazione a livello globale.


