Prosegue il percorso di inaugurazioni del Progetto Tobia negli ospedali della Regione Lazio. Il modello innovativo che mira a garantire equità di accesso, umanizzazione della cura e percorsi personalizzati per le persone con disabilità intellettive e relazionali è infatti arrivato all’Ospedale Sandro Pertini di Roma.
«Il progetto Tobia è un progetto di vera integrazione sociosanitaria, che stiamo portando avanti a livello regionale. Abbiamo messo in campo un salto culturale, che è quello di saper accogliere persone fragili e con disabilità grave in un ambiente diverso da quello classico ospedaliero. Così si accogliere il paziente in condizioni di piena serenità e tranquillità. Il tutto grazie ad un’equipe multidisciplinare formata da medici, infermieri, OSS e assistenti sociali. Questo significa diffondere una cultura più di inclusione sociale. Tutti i centri Tobia che abbiamo aperto e quei pochi che dovremo ancora aprire, sono allineati da linee guida approvate in Giunta regionale, grazie alle quali funzionano tutti alla stessa maniera. Abbiamo anche completato la nuova piattaforma regionale alla quale tutti possono accedere per trovare il centro Tobia più vicino e per poter accedere ai servizi: un sistema molto semplice anche di prenotazione per permettere al caregiver ed alle famiglie di poter far assistere la persona con disabilità. Un altro obiettivo importante che stiamo raggiungendo per abbattere le barriere, prima di tutto culturali ma anche assistenziali, per far sì che la nostra regione sia sempre più inclusiva», ha dichiarato Massimiliano Maselli, assessore all’ Inclusione sociale e ai Servizi alla persona della Regione Lazio.

«Oggi inauguriamo una struttura che rappresenta un percorso pensato per dare ristoro a una condizione che non trova soluzione nella guarigione, ma che richiede cura. Parliamo di pazienti fragili che hanno bisogno di essere presi in carico e accompagnati in ogni fase del loro cammino. È fondamentale garantire loro continuità tra ospedale e territorio, un obiettivo che trova nel progetto Tobia una concreta realizzazione. In questa sfida si esprime una cultura medica che da anni si orienta sempre più verso una presa in carico completa e rispettosa delle persone più vulnerabili. Ecco perché oggi vogliamo essere protagonisti di questo progetto, che offre una risposta reale ai percorsi di incurabilità e rende l’ospedale un luogo ancora più inclusivo e attento a tutti i pazienti rispettando il principio della generalità delle prestazioni erogate e che rende sempre più l’offerta orientata a tutti, senza esclusioni», ha spiegato Francesco Amato, direttore generale della ASL RM 2.



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