Si muovevano con precisione e rapidità, come se conoscessero il territorio da tempo, nonostante fossero in Italia solo da poche settimane. Una rete ben organizzata, capace di colpire abitazioni private in sequenza, spostandosi tra i Castelli Romani e Pomezia senza lasciare tracce apparenti. Il loro punto di riferimento era una struttura ricettiva di Ciampino, trasformata di fatto in un deposito improvvisato: tra trolley e zaini comuni erano nascosti strumenti per lo scasso e oggetti rubati.
A porre fine alla loro attività sono stati i Carabinieri, che hanno individuato e bloccato cinque cittadini sudamericani – quattro di origine cilena e uno argentino – ritenuti responsabili di numerosi furti in appartamento. Tra gli episodi contestati figura anche un colpo particolarmente delicato, avvenuto in un’abitazione confinante con un convento, dove alcune suore si sono viste sottrarre perfino beni di carattere religioso.
L’intervento è scattato nel centro di Ciampino, quando i militari del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Castel Gandolfo hanno notato un’auto a noleggio già segnalata per episodi sospetti nella zona. A bordo si trovavano i cinque uomini, di età compresa tra i 28 e i 34 anni, il cui comportamento agitato ha immediatamente attirato l’attenzione.
Il controllo della vettura ha fornito i primi riscontri concreti: attrezzi per scassinare, utensili metallici alterati e altri oggetti compatibili con attività criminali, dei quali nessuno degli occupanti ha saputo giustificare il possesso. Da lì è partita la ricostruzione dei loro movimenti, che ha condotto poi gli investigatori a individuare il luogo in cui alloggiavano.
Nel bed and breakfast alle porte della Capitale, utilizzato come base operativa, la successiva perquisizione ha rafforzato il quadro accusatorio. Nelle stanze occupate dal gruppo sono stati rinvenuti ulteriori strumenti per forzare infissi e serrature, insieme a un ingente bottino: preziosi in oro, orologi di valore, capi firmati, computer e console da gioco, riconducibili ad almeno tre abitazioni depredate tra Marino e Pomezia.
Tra la merce recuperata figuravano anche gli oggetti sottratti al convento agostiniano dei Castelli Romani. In mezzo a borse e vestiti sono stati infatti rinvenuti un crocifisso, diverse medaglie sacre e un portaviatico, utilizzato per portare l’Eucaristia a persone anziane o impossibilitate a spostarsi.
I beni recuperati sono stati restituiti ai legittimi proprietari, mentre per i cinque indagati è stato disposto il fermo con l’accusa di furto in abitazione e ricettazione. Tutti sono stati trasferiti nel carcere di Velletri, dove restano a disposizione dell’autorità giudiziaria. Le indagini proseguono: gli inquirenti stanno verificando se il gruppo possa essere coinvolto in ulteriori episodi analoghi avvenuti nelle ultime settimane.


