«Abbandonando i lavori, la maggioranza dell’amministrazione Celentano ha fatto cadere il numero legale e interrotto la seduta impedendo di fatto la parola ai rappresentanti della Cisl Fp». Con forza i consiglieri di Lbc, Pd, M5S e Per Latina 2032 denunciano quanto accaduto questa mattina nel corso della commissione Trasparenza dedicata alla verifica della procedura concorsuale per l’assunzione del dirigente dell’Avvocatura comunale.
La commissione, convocata dalla presidente Maria Grazia Ciolfi su un tema di interesse collettivo, era stata sollecitata formalmente sia dalla Cisl Fp, presente in sala con il segretario provinciale Raffaele Paciocca e altri rappresentanti, sia dalle commissarie di opposizione Coletta e Campagna, oltre che dal consigliere Ranaldi. Obiettivo della riunione: riportare finalmente in sede istituzionale una vicenda finora trattata solo sulla stampa e verificare, nel merito, la legittimità e la trasparenza del procedimento concorsuale.
Il concorso riguarda una figura dirigenziale tra le più delicate dell’Ente, vacante da quando si è insediata l’amministrazione Celentano e la cui assenza pesa sull’organizzazione interna. Da allora la funzione è svolta impropriamente dalla segretaria generale Macrì, una dirigente non togata: una scelta che ha suscitato eccezioni anche da parte dell’Ordine degli Avvocati. Ad oggi il bando è chiuso con una serie di ammessi ma, come comunicato dal direttore generale Marcheselli – assente nonostante la convocazione – le prove d’esame sono state rinviate sine die in attesa della nomina della commissione esaminatrice.
A inizio seduta si è registrato l’ennesimo avvio “azzoppato” per l’assenza sia della segretaria generale Macrì, che ha comunicato solo in mattinata l’impossibilità a partecipare per impegni fuori dall’Ente, sia del direttore generale, impegnato in una call per conto della sindaca. A illustrare gli atti sono state la dirigente Zuffranieri e le funzionarie degli Affari Istituzionali, che hanno ripercorso le tappe della procedura e le criticità sollevate da Cisl Fp sulla mancata attivazione della mobilità volontaria e sull’errore contenuto nel bando quando, rispetto alle linee guida di riferimento, viene citata una delibera del Comune di Ciampino, adottata quando segretaria generale era la stessa Macrì.
Per il sindacato si tratta di un errore sostanziale, per l’Ente di un errore materiale, poi rettificato. La presidente Ciolfi ha inoltre sollevato interrogativi sulla scelta di procedere con il concorso invece che con altre modalità previste dal PIAO (scorrimento di graduatoria o mobilità volontaria), nonché sull’esclusione dei titoli dalla valutazione dei candidati, questione resa ancor più complessa dal fatto che l’Avvocatura è un organo di staff e non una normale dirigenza di settore.
Ma il punto più grave è arrivato quando la presidente Ciolfi ha messo in votazione la possibilità di dare la parola ai rappresentanti della Cisl, che avevano chiesto di essere ascoltati. A quel punto i commissari di maggioranza hanno abbandonato la sala, facendo venire meno il numero legale e impedendo il prosieguo dei lavori.
«Un fatto senza precedenti» sottolineano i consiglieri di opposizione. «Mai era stato impedito a una rappresentanza sindacale di intervenire in commissione, tanto più in quella Trasparenza e dopo una formale richiesta di audizione. La maggioranza ha scelto scientemente di sottrarsi al confronto, negando il diritto di parola a chi rappresenta lavoratrici e lavoratori e impedendo allo stesso Ente, attraverso gli uffici presenti, di fornire eventuali controdeduzioni».
«È un bavaglio in piena regola, un comportamento codardo che getta un’ombra pesantissima sulla volontà di chiarire le contestazioni sollevate» proseguono i gruppi di opposizione. «La commissione Trasparenza dovrebbe essere garanzia per tutti, maggioranza inclusa. Oggi invece abbiamo assistito a un’interruzione di pubblico servizio causata da chi, di fronte a domande scomode, preferisce alzarsi e scappare».
«È vergognoso. La maggioranza – conclude l’opposizione– ancora una volta si tira indietro quando il confronto non le conviene. Ma noi continueremo a pretendere chiarezza, trasparenza e rispetto delle istituzioni».


