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Lettura: ANAGNI | Amianto alla ex Videocolor, l’Inail dovrà risarcire un lavoratore
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Mondoreale > Blog > Cronaca > ANAGNI | Amianto alla ex Videocolor, l’Inail dovrà risarcire un lavoratore
Cronaca

ANAGNI | Amianto alla ex Videocolor, l’Inail dovrà risarcire un lavoratore

Ultimo aggiornamento: 5 Dicembre 2025 13:46
Redazione Pubblicato 5 Dicembre 2025
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Una sentenza destinata ad avere effetti dirompenti sul piano sociale e previdenziale. Il Tribunale di Roma, con la sentenza depositata il 26 giugno 2025 e oggi passata in giudicato, ha accolto integralmente il ricorso di un lavoratore dello stabilimento Videocolor di Anagni contro l’INAIL, riconoscendo ufficialmente la natura professionale della patologia asbesto-correlata, il danno biologico permanente, e soprattutto l’esposizione qualificata ad amianto dal 1990 al 2006, per un totale di circa 16 anni. La decisione ha portato al rilascio del certificato ufficiale di esposizione ad amianto, atto fondamentale che consente al lavoratore di ottenere 8 anni di maggiorazione contributiva e quindi l’accesso immediato al prepensionamento. Ma il valore di questa sentenza va ben oltre il singolo caso, rappresenta un precedente giudiziario di enorme importanza, che apre la strada allo stesso diritto per le centinaia di ex dipendenti Videocolor/VDC Technologies che per anni hanno lavorato nello stabilimento, esposti alle stesse condizioni e oggi senza occupazione.

Il tribunale: amianto non occultato, ma strutturale. La sentenza descrive uno scenario inequivocabile: il lavoratore, manutentore per oltre vent’anni, è stato esposto in modo continuativo, massiccio e diretto a polveri e fibre di amianto presenti nei forni, nelle coibentazioni, nelle guarnizioni, nei macchinari, nelle rulliere e in numerose parti strutturali dell’impianto. Le prove tecniche, le testimonianze e i verbali delle autorità sanitarie hanno accertato una presenza dell’amianto non occasionale, ma strutturale e pervasiva all’interno dello stabilimento. La consulenza medico-legale ha poi stabilito il nesso causale diretto tra esposizione e patologia, riconoscendo gli ispessimenti pleurici come malattia professionale tabellata e quindi assistita da presunzione legale. L’INAIL è stato condannato a liquidare il danno biologico, corrispondere l’indennizzo in capitale di 9mila euro e rifondere le spese legali. Una svolta concreta per centinaia di famiglie. Questa sentenza non è solo una vittoria legale. È una svolta sociale. Per decine di lavoratori rimasti senza impiego dopo la chiusura dello stabilimento, si apre ora la possibilità di recuperare anni contributivi, accedere alla pensione anticipata, uscire dalla precarietà e ottenere finalmente giustizia dopo anni di esposizione silenziosa. Il prepensionamento non è un privilegio, ma un atto di riparazione dopo una vita di lavoro in condizioni tossiche.

Dichiara l’avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale Amianto: «Questa sentenza sancisce in modo definitivo quanto denunciamo da anni: lo stabilimento Videocolor è stato un luogo di esposizione massiva ad amianto ed è una presa d’atto istituzionale di una verità che migliaia di lavoratori hanno vissuto sulla propria pelle per anni. È il riconoscimento che la salute non può essere barattata con il lavoro, né sacrificata sull’altare della produzione. Oggi si afferma un principio semplice ma spesso negato: chi si è ammalato lavorando ha diritto non solo a un risarcimento, ma a una prospettiva di vita dignitosa. Questa sentenza restituisce tempo, futuro e voce a chi era rimasto invisibile» – e sottolinea – ma una vittoria giuridica non basta se non diventa cambiamento concreto. Serve una responsabilità collettiva che impedisca che simili tragedie si ripetano. L’amianto non è un errore del passato: è una ferita ancora aperta. E va sanata con verità, tutela e prevenzione».

 

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