Donne al centro, continua l’esposizione collettiva d’arte contemporanea con ventidue artiste che espongono nel cuore di Latina, per la sensibilizzazione e la lotta alla violenza di genere; dal 15 novembre al Circolo Cittadino Sante Palumbo, in Piazza del Popolo e presso Valore Donna, in Via Gioberti 2, è in corso la mostra diffusa che vede impegnate ventidue artiste.
Parte ora dal 1º dicembre, alla Scala Rossa della Feltrinelli, la personale dell’artista emergente Silvia Stan. Le anime di Silvia Stan è un’esposizione di ventuno dipinti in digitale ispirati agli Anime giapponesi; questa esposizione si svolge anche all’interno della rassegna Manga on Paper iniziata sempre in Feltrinelli a novembre con i manga del giovanissimo Lorenzo Di Lelio che hanno aperto il festival Latina Comics&Game 2025.
L’iniziativa artistica nasce dallo stimolo di due donne impegnate su vari fronti nel sociale, la giornalista vicepresidente del Circolo Cittadino Maria Assunta D’Alessio e Valentina Pappacena presidente del CAF Valore Donna, che hanno messo a disposizione gli spazi comuni delle loro sedi sociali al Museo d’Arte Diffusa. Anche Veronica Pedullà, direttrice della Libreria Feltrinelli sull’onda degli eventi del 25 Novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle Donne, ha aderito al progetto curato da Fabio D’Achille in continuità anche della collaborazione con il Latina Comics&Games.
SILVIA STAN
Silvia Stan è nata in Romania, trasferita piccolissima con la gemella Catalina in Italia, vive a Sezze e sta per laurearsi in Architettura; è una giovane artista contemporanea che attraverso la pittura e l’arte digitale esplora i temi intrinsechi dell’emotività umana e delle relazioni interpersonali attraverso scenari e accostamenti di colori, ritenuti dall’autrice, simbolici.
“Questa mostra, elaborata in digitale, esprime questi concetti in una narrazione visiva, intima, quasi cinematografica; sono opere costruite come frammenti di memoria che catturano gesti, sguardi, la leggerezza di una risata, il peso di un silenzio. Ogni illustrazione quindi procede per dettagli emotivi, evidenziati da colori sfumati, accesi e caldi, quasi nostalgici in cui convivono dolcezza e ombre interiori. Ed è dunque nel rapporto tra momenti di serenità, vivacità e momenti più vissuti che si rivela la complessità dei rapporti”. Così Silvia Stan.
“L’approccio stilistico che richiama la graphic novel contemporanea, non racconta semplicemente una storia o una figura, ma cerca di evocare un significato lasciando spazio all’interpretazione e alle sensazioni di chi osserva. Un’arte che parla di connessione con gli altri e con se stessi, tra momenti sospesi”. Conclude così Silvia Stan.
LE DICHIARAZIONI
“La mostra si propone come percorso artistico contemporaneo dove ogni artista posiziona un tassello di un dialogo collettivo, quasi un’esperienza condivisa con le altre interpreti di questa esistenza. L’aspetto della violenza di genere è affrontato come “filo rosso” ma l’idea non era quella di realizzare una mostra di commemorazione ma un’occasione, l’ennesima, di stabilire un dialogo con gli uomini e la solidarietà con le altre donne, nel mese più difficile dell’anno che ruota intorno a questa giornata, ma ruota soprattutto intorno ad una realtà femminicida a tutto tondo, perché il perseverare della prevaricazione dell’uomo sulla donna sta mettendo a repentaglio persino al continuità relazionale familiare di generazioni; a questo aggiungiamo la follia dei conflitti, delle guerre in atto, spietate soprattutto con donne e bambine inermi”. Così Fabio D’Achille.
“Le donne siano esse giovani o adulte, figlie o madri, compagne o mogli, vivono una condizione di sopruso in paesi dove la democrazia è una chimera ma non di meno accade in Europa ed in Italia dove questa prevaricazione si trasforma in disparità di salario e di tempi di vita e sfocia nell’azione violenta che ogni giorno ci lascia sgomenti nel dovere documentare decessi e aggressioni come se essere donna sia di continuo un essere vittima!! La pittura, il disegno manuale o digitale, il collage e la composizione, la fotografia e l’installazione sono testimonianze di resilienza e di rappresaglia ormai, ma anche di un tentativo di mostrare il lato più profondo della femminilità contemporanea. Scene di vita, citazioni, sogni, simbologia, anatomia, convivenza, paesaggio e relazioni con la natura sono raffigurate ed espresse come alternativa estetica al dolore, alla morte, alla sopraffazione e prefigurano argomenti culturali di pura condivisione e liberazione”. Conclude così Fabio D’Achille.



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