“Sul piano amministrativo, c’è stato un arretramento generale di tutti i servizi “primari” legati alla città. – afferma il consigliere comunale del Partito Democratico, Leonardo Majocchi – Quelli minimi si intende: pulizia, manutenzioni, strade, verde pubblico, scuole, percezione di insicurezza. Tutto ciò che rende vivibile la quotidianità dei cittadini. Dunque un abbassamento della qualità della vita – classifiche o meno – che si riflette, credo, anche su uno stato d’animo complessivo della cittadinanza. Sempre più sfiduciato e rassegnato.
La politica – afferma Majocchi – al governo sorride ancor meno. Una giunta disordinata e scomposta, senza spirito generale. Un assemblaggio di interessi ancorato a una scala di “generalità” (quanto si rivolgano a tutti, indistintamente) piuttosto bassa. Ognuno presidia il proprio angolo, muovendosi autonomamente, talvolta perfino in direzioni reciprocamente contrarie.
A fronte di tutto ciò, si assiste ad un arretramento progressivo di tutta la cittadinanza.”
Il consigliere comunale sostiene: “Oggi il latinense non può sognare. La città ha smarrito il suo orizzonte. Nel suo corto presente disquisisce di problemi materiali di ordine quotidiano (…), gravi quanto indicativi: i rifiuti, le strade, le manutenzioni, il degrado, i tempi delle opere pubbliche. Si parla poco del futuro dei bambini, anch’essi spesso costretti a condizioni di disagio (vedi quanto accade nelle scuole, dai problemi strutturali ai servizi di sostegno e supporto educativo) e troppo dei problemi di Sindaca, Assessori e Consiglieri. Lo sviluppo è necessariamente piegato al quotidiano, con le sue forme, spesso scomposte, di dibattito e di relazioni. Il pensiero si arresta alle porte della Casa Comunale, dove si parla un altro linguaggio.
Per non parlare, tra i tanti temi, della gestione quanto meno discutibile (la trovo offensiva) dei beni pubblici della città e dell’Ente, quando non chiusi: ora svenduti, ceduti, prestati, vissuti come un peso, mai considerati in un’ottica di restituzione di significato alla cittadinanza. Come si è ridotta male la Destra pontina.
Parrebbe una città che non sa cosa farsene di sé stessa e dei suoi figli.”
Continua: “Gestita da un gruppo di persone che, purtroppo per loro, poco si fidano le une delle altre; che confondono il “governare” con “l’accadere”; che non abbracciano la città nella sua totalità. Non la ricercano. Non la interrogano. Non c’è interesse verso la città generativa, ma distanza o sospetto. Non il potenziale, ma l’esistente, gestito ai fini del consolidamento del “proprio”. Questa la logica.
Molto, oggi, a Latina, appare decontestualizzato sul piano storico, sociale e culturale. E questa perdita di contesto travolge tutti, restringendo ciascuno nel proprio orizzonte. Povero è l’individuo che crede che tutto inizi e finisca con lui.”
“Davanti a questa condizione generale – pur senza voler caricare tutto sull’attuale Amministrazione, che tuttavia beneficia, anche da molte penne, di giudizi molto molto indulgenti – ci si aspetterebbe un dibattito pubblico più esigente e intellettualmente onesto. È un’altra delle condizioni, pre-politiche, per provare a restituire alla nostra città il suo Orizzonte.“, conclude il consigliere del PD.


