Nelle ultime settimane il carcere di Latina è stato teatro di momenti di forte tensione, alimentati da episodi di violenza tra detenuti e da nuove restrizioni interne che hanno inasprito il clima tra le mura della casa circondariale.
La recente applicazione di una direttiva nazionale dell’amministrazione penitenziaria, che limita in modo significativo le ore di apertura delle celle anche per i detenuti comuni, ha suscitato malcontento e proteste. La situazione, in alcuni casi, è degenerata al punto da richiedere l’intervento del Gruppo Operativo Mobile della Polizia Penitenziaria.
Oltre ai disordini scaturiti dalla direttiva, altri episodi di violenza si sono consumati all’interno della Casa Circondariale: secondo quanto emerso, i principali responsabili di questi episodi sarebbero due giovani di 20 e 22 anni, originari di Latina, detenuti in custodia cautelare per rapina ed estorsione. I due, intenzionati a esercitare un ruolo di dominio all’interno della struttura, avrebbero formato una piccola cerchia di complici tra altri detenuti, soprattutto spacciatori appartenenti al loro stesso ambiente criminale. Negli ultimi tempi si sarebbero verificati diversi episodi di pestaggi, tra cui l’aggressione di un nuovo arrivato — un uomo arrestato per maltrattamenti in famiglia — che ha dovuto ricorrere alle cure mediche dell’infermeria del carcere a causa delle lesioni riportate.
La tensione è ulteriormente aumentata con l’introduzione delle nuove limitazioni sull’apertura delle celle, una misura adottata a livello nazionale che sta provocando disagio in molte strutture detentive. A Latina, il malcontento era già emerso un mese fa, quando un detenuto straniero aveva dato fuoco a due materassi in segno di protesta.
L’atmosfera rimane tesa, e tra gli operatori penitenziari cresce la preoccupazione per una situazione che, senza interventi tempestivi, rischia di degenerare ulteriormente.


