Il tempio delle arti marziali e la forza del silenzio
Oltre 5.000 atleti e dirigenti, in rappresentanza di 81 nazioni, hanno trasformato Tokyo nell’epicentro dello sport sordo mondiale in occasione delle Deaflympics 2025. Un evento che, nella sua dimensione globale, celebra la tenacia, l’inclusione e l’assoluta eccellenza atletica. Al centro di questo palcoscenico, lo storico Nippon Budokan, tempio sacro delle arti marziali.
Due medaglie con tre atleti, un’impresa italiana
La Nazionale Italiana di Karate Sordi è tornata a casa da Tokyo con un bilancio di assoluto pregio: una medaglia d’argento e una di bronzo. La vera impresa risiede nella composizione della delegazione: con soli tre atleti schierati in gara, l’Italia ha saputo competere ai massimi livelli mondiali, confermando la solidità della scuola italiana nel panorama internazionale. Le gare si sono svolte il 23 e 24 novembre, guidate dal Direttore Tecnico Gerardo Di Gruccio e dal Coach Luca Nicosanti.
Eroi sul tatami e l’eccellenza dietro l’angolo
La giornata del 23 novembre, dedicata al Kata, ha visto Greta Ampollini competere con onore. Nonostante un’esecuzione del Kata Suparinpei di alto livello, l’azzurra ha mancato il podio per pochissimi decimi, chiudendo al settimo posto. “Il livello si è alzato tantissimo,” ha commentato il tecnico Nicosanti, riconoscendo l’accesa competizione internazionale, “ma Greta ha combattuto a testa alta“.
Il riscatto è arrivato il 24 novembre nel Kumite, regalando all’Italia due metalli preziosi:
• Giuseppe Alibrandi (Argento, -60kg): Protagonista di una prestazione epica, Alibrandi ha dominato il girone eliminando in un capolavoro tattico il Campione Olimpico iraniano, costringendolo alla squalifica. Nonostante un infortunio al piede nella finalissima contro l’Ucraina, l’argento di Alibrandi brilla per il carattere e la maturità strategica dimostrata, consacrandolo tra i grandi del karate sordi.
• Elisa Dragone (Bronzo, -55kg): Con tenacia e cuore, Dragone ha conquistato il bronzo. Dopo aver superato in rimonta un esordio al cardiopalma contro la Turchia (6-5), ha ceduto solo alla forte atleta iraniana, garantendo un risultato di grande valore tecnico alla spedizione.
L’Orgoglio Azzurro e Istituzionale di Luca Nicosanti
Le sue parole certificano la qualità del lavoro: “Ottenere due medaglie con tre atleti è un dato che certifica la qualità del nostro lavoro. Dal 2012, il karate azzurro non ha mai mancato l’appuntamento con il podio internazionale“.
È doveroso sottolineare come Nicosanti non sia solo un’eccellenza sportiva, ma un servitore dello Stato. Già insignito della prestigiosa Palma d’Oro dal CONI per i suoi meriti tecnici e sportivi, Luca Nicosanti è Ispettore della Polizia di Stato e svolge il suo servizio presso la prestigiosa Scuola per Ispettori di Nettuno. Il suo duplice impegno incarna il perfetto connubio tra la rigorosa disciplina istituzionale e la passione sportiva, trasportando l’eccellenza formativa e professionale tipica delle Forze dell’Ordine fin sui podi mondiali.
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