Il Carnevale Apriliano rischia di perdere la sua anima. La tensione tra il Comune di Aprilia e i carristi è ormai una miccia accesa che continua a bruciare giorno dopo giorno, alimentata da accuse, note ufficiali e porte sbattute. Una frattura così profonda da spingere l’Abca a compiere il gesto più doloroso: dire addio ai giganti di cartapesta del 2026. E ciò che era una festa si sta trasformando in una battaglia aperta.
La Commissione straordinaria ha provato a difendersi con una nota ufficiale, concentrandosi sulla presunta insicurezza del capannone utilizzato dai carristi. Ma la risposta dell’associazione non si è fatta attendere. Ed è una risposta che scotta.
Ai microfoni di Mondoreale, l’Abca racconta una realtà ben diversa da quella dipinta dal Comune: «È facile omettere passaggi chiave e allontanarsi dalla verità. Al primo incontro, i carristi erano arrivati preparati, già con lo sguardo rivolto alla prossima edizione del Carnevale. Si era discusso sì dei problemi antincendio e dell’uso del capannone dopo l’evento, ma con l’intenzione di trovare una soluzione condivisa».
Il clima, però, sarebbe cambiato radicalmente al secondo incontro: «Nessuna discussione: siamo stati cacciati, senza alternative. Lo sgombero imposto – con dentro carri, materiali, attrezzature storiche – è stato un ordine senza via d’uscita, un ultimatum che ha tagliato ogni possibilità di mediazione. Nessuno ha mai messo in dubbio il tema della sicurezza. Ma può davvero essere che non esista una soluzione per venirsi incontro?».
E poi la stoccata finale sulla distanza tra i due incontri: «Un mese di attesa tra un incontro e l’altro è un’eternità per chi lavora contro il tempo per organizzare un Carnevale che dovrebbe essere il fiore all’occhiello della città».


