Nel 2025, a cinquant’anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, Giorgio Ghiotti firma con “L’avvenire. Pier Paolo prima di Pasolini”, in uscita il 7 novembre per Editrice Carabba, un romanzo che riporta il poeta nella sua stagione più fragile e luminosa: gli anni della formazione, dell’attesa, del sogno che precede la leggenda. Un titolo che inaugura Corsara, la nuova collana della storica casa editrice, che dopo aver ospitato alcuni tra i più grandi autori italiani – da Luigi Pirandello a Emilio Salgari, da Alba de Céspedes a Elio Vittorini, passando per Corrado Alvaro, Matilde Serao e tanti altri -, si riapre alla narrativa sotto la direzione editoriale di Angela Bubba. Ciampino, 1950: Anna, lasciato l’appartamento all’Esquilino, fonda con il marito la Francesca Petrarca, la prima scuola media paritaria della città. Intorno a lei si muove un Paese che tenta di rinascere dalle macerie della guerra, aggrappandosi alla speranza di un futuro possibile. È il tempo dell’avvenire, dei desideri e delle passioni, ma anche delle disillusioni che forgiano il carattere di una generazione. In quella stessa Roma arriva un giovane insegnante di trent’anni. È Pier Paolo Pasolini, non ancora “Pasolini”: insegna a Ciampino, vive con la madre Susanna, scrive di notte per dare un senso a un’esistenza in affanno. Sono gli anni delle prime sceneggiature per Mario Soldati, delle notti passate sull’Antologia della poesia popolare, dei viaggi con Giorgio Bassani in un’Italia mitica e allucinata, delle prime stesure dei Ragazzi di vita. Una stagione in cui tutto è in divenire — la lingua, l’identità, la vocazione stessa alla letteratura. Attorno a Pasolini, Ghiotti costruisce un affresco corale di voci e destini: i ragazzi del Sacro Cuore, la madre Susanna, la città che cambia, gli sguardi di chi — come Anna e suo marito — crede ancora nell’educazione come atto di rinascita collettiva. La scrittura di Ghiotti si muove con grazia tra documento e invenzione, tra la precisione storica e la
vibrazione emotiva. Con uno stile limpido, musicale, carico di empatia, l’autore restituisce il battito di un tempo in cui la poesia e la vita ancora si confondevano. L’avvenire non è solo un romanzo su Pasolini, ma un racconto sull’inizio: sull’uomo che sarebbe diventato mito, e sull’Italia che, come lui, cercava la propria voce. Ghiotti ci consegna un Pasolini umano e giovane, vulnerabile e luminoso, ritratto in quell’attimo irripetibile in cui la letteratura diventa destino e l’avvenire sembra ancora una promessa da mantenere.
Giorgio Ghiotti (Roma, 1994) è poeta e scrittore. Ha esordito nel 2013 con la folgorant raccolta di racconti “Dio giocava a pallone” (Nottetempo) con cui si è imposto fra i più importanti giovani narratori italiani contemporanei. Tra gli ultimi titoli pubblicati, i romanzi “Atti di un mancato addio” e “Casa che eri”, e le raccolte poetiche “La via semplice” (Premio Paolo Prestigiacomo), “Ipotesi del vero” (Premio Luciana Notari) e “I perduti amori”.


