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VITERBO | Coldiretti guida la battaglia contro il deposito nucleare: petizione ai sindaci per dire no

Ultimo aggiornamento: 12 Giugno 2025 9:49
Redazione Pubblicato 12 Giugno 2025
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Coldiretti Lazio ha promosso una petizione che verrà sottoposta a 60 sindaci della Tuscia per chiedere al Governo, ai ministeri competenti e alla SOGIN di escludere in modo definitivo i Comuni della provincia di Viterbo da qualsiasi ipotesi di localizzazione del Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi.

Un’iniziativa che oggi il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, ha presentato al presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, dal quale è stato ricevuto assieme a una delegazione della federazione provinciale e alla presidente di Coldiretti Viterbo, Maria Beatrice Ranucci, per portare la voce del mondo agricolo e ribadire la ferma opposizione all’ipotesi di localizzazione nel Viterbese del deposito

«Approvo e condivido il documento che Coldiretti propone di firmare ai sindaci della provincia di Viterbo», dichiara il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, che aggiunge: «Da tempo, ho già sottolineato la mia contrarietà rispetto a passati provvedimenti o inerzie amministrative che hanno gravemente penalizzato il territorio della Tuscia, come ad esempio il piano rifiuti e all’abuso di suolo e alla proliferazione indiscriminata di impianti eolici e fotovoltaici. Peraltro, rispetto al deposito nazionale di scorie nucleari, voglio ricordare che la Regione Lazio ha già provveduto a impugnare la Carta Nazionale delle Aree Idonee. Non solo, il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha anche recentemente dichiarato superata la Carta dei 51 siti idonei». E poi l’appello: «Invito pertanto tutti i sindaci della Tuscia –conclude il presidente Rocca – alla sottoscrizione della petizione di Coldiretti. Farlo non significa sostenere battaglie di parte ma obiettivi comuni su cui tutti ci dobbiamo unire per tutelare un territorio bellissimo sia sotto il profilo ambientale e paesaggistico sia sotto il profilo storico e culturale».

  «Non si può parlare di sostenibilità e qualità del cibo, e allo stesso tempo mettere a rischio l’intera filiera agroalimentare – spiega il presidente David Granieri –. La Tuscia merita investimenti per valorizzare le sue eccellenze, non per comprometterle con decisioni che non possono essere accettate”, che aggiunge: “Una presa di posizione netta e condivisa, nata dal profondo senso di responsabilità verso un territorio che custodisce un patrimonio ambientale, agricolo, storico e culturale di inestimabile valore per contrastare una scelta che rappresenta una grave minaccia per l’integrità ambientale, economica e sociale della provincia, e che non può essere accettata passivamente, né subita in assenza di un vero confronto democratico».

Il deposito di stoccaggio «comporterebbe un potenziale rischio per la salute dei cittadini – spiega Coldiretti Lazio – per l’ambiente e per le falde acquifere, ma anche la compromissione irreversibile della vocazione agricole e turistica del territorio, con conseguenze disastrose per l’economia locale. Questa decisione comporterebbe la distruzione del tessuto paesaggistico e culturale, che oggi costituisce un valore aggiunto per la qualità della vita e l’attrattività dell’area. Si percepisce un senso diffuso di ingiustizia e imposizione, che mina il principio di autodeterminazione delle comunità locali».

«La provincia di Viterbo non può e non deve diventare la discarica radioattiva d’Italia  – ribadisce il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – sarebbe un colpo mortale alla vocazione agricola della Tuscia, oltre che un rischio concreto per la salute e per l’equilibrio ambientale dell’intera area. Coldiretti Lazio e Coldiretti Viterbo continueranno a presidiare ogni tavolo istituzionale, insieme ai sindaci, per impedire che questa minaccia diventi realtà. La difesa del territorio è una priorità non negoziabile».

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