Il legame tra la diocesi suburbicaria di Albano e il nuovo Pontefice, Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, affonda le sue radici in un gesto tanto simbolico quanto significativo: l’assegnazione del titolo cardinalizio della diocesi al futuro Papa pochi mesi prima della sua elezione. Un evento che, sebbene breve nella sua durata, ha lasciato un segno spirituale profondo nella comunità locale.
Era il 6 febbraio 2025 quando Papa Francesco, nel contesto di un concistoro che ha arricchito l’Ordine dei Vescovi, assegnava al cardinale Prevost il titolo della Chiesa suburbicaria di Albano. Un atto accolto con emozione e gratitudine dal vescovo diocesano, Mons. Vincenzo Viva: «Con gioia e nella preghiera, accogliamo il nuovo Cardinale titolare, Robert Francis Prevost, ringraziando papa Francesco per questo dono fatto alla nostra Chiesa locale».
Parole che non solo esprimono gratitudine, ma che sottolineano la valenza simbolica e pastorale dell’evento. «L’assegnazione del titolo della nostra diocesi suburbicaria a un cardinale vescovo – aveva proseguito Viva – è una usanza molto antica e, se da un lato sta a indicare uno stretto legame fra il Papa, vescovo di Roma, e i Cardinali titolari, dall’altro dimostra anche lo stretto legame della stessa diocesi con il Santo Padre».
Parole che oggi risuonano con forza nuova, alla luce dell’elezione di Prevost al soglio pontificio con il nome di Leone XIV, avvenuta ieri, 8 maggio. Un passaggio rapido, che non ha lasciato spazio a visite pastorali nella diocesi, ma che non ha impedito alla comunità di sentirsi profondamente coinvolta e spiritualmente legata al nuovo Pontefice.
«Salutiamo con grande gioia ed emozione il nuovo Papa Leone XIV – dichira Mons. Vincenzo Viva – Lo Spirito Santo ha guidato i cardinali riuniti in conclave nella scelta del nuovo successore di Pietro, scegliendo il cardinale titolare della nostra Chiesa suburbicaria».
Durante i giorni del conclave, infatti, la comunità albanense si è unita in preghiera con la Chiesa universale, invocando lo Spirito Santo perché illuminasse i cardinali elettori. «Oggi eleviamo il nostro ringraziamento al Signore per questo dono prezioso e continuiamo a pregare per il nuovo Papa che inizia il suo ministero petrino, un compito di grave responsabilità al servizio dell’unità della Chiesa e dell’annuncio del Vangelo in tutto il mondo».
Albano è una delle sette diocesi suburbicarie che circondano Roma e che, fin dall’antichità, custodiscono un legame speciale con il Papa, vescovo della città eterna. «Le nostre diocesi formano un anello di comunità attorno alla Sede Apostolica, in un vincolo speciale di comunione ecclesiale – ha ricordato il vescovo Viva –. Questa vicinanza non è solo geografica, ma riflette una profonda realtà spirituale e pastorale che ci rende particolarmente partecipi della missione della Chiesa di Roma, “che presiede nella carità”, come insegnava Sant’Ignazio di Antiochia».
Un legame, quello tra Albano e il nuovo Papa, che si estende anche ai territori che compongono la diocesi: dalle storiche città dei Castelli Romani come Castel Gandolfo, Genzano, Ariccia e Marino, fino al litorale laziale con Anzio, Nettuno, Ardea, Pomezia e Aprilia. Tutte queste comunità si sentono parte integrante di questo evento straordinario, che le coinvolge non solo per vicinanza geografica, ma per la condivisione di una fede e di una storia comuni.
La diocesi di Albano è custode di importanti segni della tradizione cristiana: le catacombe di San Senatore, che ci riportano alle origini della fede; la Basilica di San Pancrazio, di origine costantiniana, simbolo dell’unità tra Chiesa universale e locale; e le Ville Pontificie di Castel Gandolfo, luogo di riposo e di preghiera dei Papi per secoli. Tutti elementi che confermano la centralità storica e spirituale di questa Chiesa nel cuore della cattolicità.
La comunità di Albano guarda ora a Leone XIV con un sentimento di affetto e vicinanza, custodendolo nella preghiera come un “figlio spirituale” della sua storia recente.


