C’è un’energia particolare che attraversa le sale del Museo Duilio Cambellotti. Un’energia fresca, autentica, sorprendente. È quella dei giovani fotografi della Sessione Speciale “Francesco Mansutti”, dedicata agli studenti delle scuole secondarie della provincia di Latina. Uno spazio nato per ascoltare lo sguardo dei ragazzi, per dare loro voce e luce, all’interno di un concorso che si fa ogni anno più centrale nel panorama fotografico nazionale.
Tra gli oltre cento partecipanti, ad aggiudicarsi il titolo di vincitrice assoluta per le scuole secondarie di primo grado è Dalia Maria Boraciu con lo scatto “Piccole creature, grande energia”. La sua immagine racconta la determinazione nascosta nei gesti più semplici, nei corpi minuti, nella natura silenziosa. Un contrasto poetico tra fragilità e forza che ha commosso la giuria. Una fotografia che sa parlare, e che lo fa con dolcezza e potenza insieme.
Accanto a lei, Siria Tomezzoli riceve la menzione per la Miglior Luce: “La dinamicità del cielo” è un piccolo capolavoro di vibrazioni cromatiche, in cui un tramonto diventa specchio dello spirito umano. Il cielo si muove, si colora, si racconta. La luce è viva, e attraverso l’obiettivo di Siria riesce a trasmettere un’emozione autentica.
Aurora Giumbini, con “Il gabbiano Jonathan”, conquista invece la menzione per la Miglior Composizione. Un’immagine pulita, diretta, intensa. Un gabbiano solo, in volo, nel cielo aperto: simbolo perfetto della libertà, del coraggio di essere se stessi, della bellezza di intraprendere il proprio cammino, anche da soli.
A Alessandro Patrascu, con “La danza del vento”, va la menzione per il Miglior Significato. Il movimento elegante delle pale eoliche sullo sfondo di un cielo terso diventa metafora di equilibrio tra progresso e natura. Una riflessione potente e delicata sull’energia sostenibile e sul futuro che i giovani sognano: consapevole, rispettoso, armonioso.
Il Premio del Pubblico per questa sezione è stato assegnato a Elisabetta Furno, che con “L’abbraccio” ha colpito il cuore dei visitatori. Una figura umana, braccia aperte verso un paesaggio montano, che si fonde con la maestosità del mondo naturale. Un gesto universale di fiducia e connessione, capace di parlare a tutti.
Per quanto riguarda le scuole secondarie di secondo grado, la vincitrice assoluta è Emma Sofia Ritarossi. Il suo scatto, “Figli”, incarna la forza giovane della protesta, dell’identità che si fa azione, della voce che rivendica un mondo più giusto. È un’immagine che pulsa, che grida, che guarda dritta negli occhi e dice: “Noi ci siamo. E vogliamo cambiare le cose”.
Alessio Carraro riceve la menzione per la Miglior Luce con “Fear of light”: un bianco e nero che è quasi una ferita luminosa nel buio, un racconto visivo di lotta interiore, di paura che si dissolve nella speranza. Una scena industriale che diventa poesia.
Per la Miglior Composizione, la giuria ha premiato Paola Nocioni e la sua opera “L’energia del sole”: mongolfiere sospese in aria in un’inquadratura elegante e calibrata, che celebra la bellezza dell’energia rinnovabile con grazia e precisione.
Francesco Torselli, con “Movimento invisibile”, si aggiudica la menzione per il Miglior Significato: una bicicletta rossa ferma davanti alla basilica di San Pietro, mentre il traffico sfila alle sue spalle in scie luminose. Un contrasto potente tra stasi e dinamismo, umanità e monumentalità. Un invito a non sottovalutare mai la forza delle scelte quotidiane.
Il Premio del Pubblico va infine a Lucia Pia Colabianchi, con “Il battito della legalità”. L’immagine di un murale dedicato a Falcone e Borsellino, eternati in uno sguardo complice. Due volti che ancora oggi trasmettono energia, esempio, resistenza. Un battito che non smette di farsi sentire.
A chiudere la rassegna, la menzione speciale di Claudia Trulli, vincitrice dell’edizione precedente, che ha voluto premiare Eleonora Bono per lo scatto “Ancestrale”. Un’immagine che parla di fatica, dignità, famiglia. Il gesto semplice di impastare il pane diventa simbolo di un’energia silenziosa e radicata, che affonda nella storia e si trasmette attraverso le generazioni. “Mi ha fatto commuovere”, ha detto Trulli. E questo, in fotografia, è forse il premio più grande.



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