«Dicono che i giovani d’oggi non ascoltano, dicono che non hanno emozioni. Sempre attaccati a quegli schermi, vivono una vita virtuale, fatta di scarse emozioni che li risucchia in un vortice più grande e potente di loro. Io penso invece che i giovani debbano essere capiti, credo debbano essere spronati da quegli adulti che criticano ma non fanno, che giudicano ma non vogliono essere giudicati, che vedono ma fanno finta di non vedere, che usano i social forse più dei ragazzi e spesso li usano male. Si sa, soprattutto durante l’adolescenza, i giovani tendono a fare di testa loro (d’altronde ci siamo passati tutti), tendono a idealizzare, a ribellarsi a scoprire cose nuove». Riflette così Isabella Baratta, dopo aver incontrato tre classi dell’istituto superiore “Pacifici e De Magistris” di Sezze e conosciuto i ragazzi del IV ginnasio del Liceo Classico e la 1A e 1B dell’ITE.
«Ma di cos’ hanno veramente bisogno? Certamente di fiducia, di stima, di educazione, di essere spronati al fare, di dialogo. I giovani hanno bisogno di parlare, soprattutto in famiglia, perché c’è un’ansia sociale, detta anche socio fobia, che li porta ad avere paura delle relazioni sociali, uno stato di intenso malessere psicofisico che si ripercuote nella vita di tutti i giorni. Ho chiesto domande ma pochissimi ne hanno fatte. Quando ho proposto di scrivere un pensiero, anche anonimo, su qualsiasi cosa venisse loro in mente, ho capito quanta sensibilità e voglia di esprimersi avessero. Tutti hanno scritto qualcosa: pochi i pensieri banali, molti quelli che fanno riflettere». Continua così Isabella Baratta, ricordando i pensieri e gli spunti raccolti dai ragazzi.

I PENSIERI DEI RAGAZZI
“A volte basta..”, scrive un anonimo. “Vorrei vivere tranquillamente la mia vita a pieno, senza attacchi di panico, senza ansia sociale, senza paranoiesenza giudizi negativi”, scrive una ragazza. “Vorrei che scrivessi sulla solitudine, lo leggerei subito” si confida un’altra. C’è anche chi ha chiesto di “scrivere sul senso della vita”. E poi ancora: “La vita è come un libro che non possiamo leggere ma possiamo scriverlo facendo nuove esperienze”. “Troppe notti, troppi giorni, pranzi, cene, eventi in cui sono stata a pensaresulla vita.Pensieri tristi che mi disturbavano sempre di più col passare del tempo ma che, con le persone giuste, sono volati via come un granello di sabbia in una tempesta”, le parole di un’altra ragazza dolce e sensibile. E poi ancora un’altra: “un bel libro non è solo un insieme di pagine ma un viaggio bellissimo e pieno di esperienze che cambia chi lo legge…” e ancora: “Ogni pagina è un nuovo viaggio”.
Molti anche i messaggi di speranza: “quando non riesci a superare un tuo obiettivo, riprova fino a raggiungerlo, con l’impegno e la costanza tutto si può realizzare”. I ragazzi si interrogano anche sul tempo che passa, loro che hanno tutta la vita davanti: “il tempo vola, i secondi, i minuti, le ore, i giorni e gli anni passano. Ma noi cambiamo? Spesso sentiamo dire che il tempo cura, che più passa il tempo e più maturiamo e le ferite si rimarginano. Ma è vero? Il tempo ha questo potere? Se sì, perché?”. Parlano di vita: “penso che la vita vada vissuta a pieno, perché spesso non sappiamo a cosa andiamo incontro e bisogna fare tutto ciò che pensiamo sia giusto perché la vita è una e viviamo una volta sola”. E un altro: “la vita è come un libro che scrivo ogni giorno, alcune pagine saranno difficili, altre piene di felicità ma ogni parola detta mi rende la persona che diventerò”.
Tra i pensieri commoventi, Isabella Baratta, ricorda anche quello di questa ragazza che dice: “ho sempre visto la vita in modo positivo, questo perché avevo le persone giuste al mio fianco; solo successivamente ho capito quanto la vita possa essere ingiusta togliendoci le persone a cui teniamo di più. Tuttavia, ho capito che non bisogna abbatterci in quanto la vita è piena di ostacoli, ostacoli che io sto superando per le persone che amo, per mia cugina ora in cielo, per la mia amica Vanessa, per loro”. Una ragazza dall’animo profondo scrive: “solo osservando negli occhi dell’altro si può scorgere l’essenza della sua anima, che non può essere espressa se non attraverso la profondità degli sguardi, nella purezza dell’iride limpida e nelle sensazioni che si provano durante quel breve istante in cui è racchiuso tutto”. Questa, per Isabella Baratta, può definirsi una vera e propria poesia. C’è anche chi suggerisce di scrivere un libro sul “vuoto che le persone hanno dentro e su come fare per riempirlo”, o ancora chi incoraggia a “non temere una sfida ma pensarla come possibilità di crescita”. Un altro bigliettino incita la scrittrice a “scrivere la storia di una ragazza sola, senza amici che all’università, dopo anni di solitudine, riesce a fare amicizia”, tanto “non è il tempo che guarisce le ferite ma il coraggio di affrontarle”, scrive questo giovane anonimo. E ancora sulla vita che “è fatta di attimi che scorrono veloci, ma sono proprio quei piccoli momenti, spesso invisibili, che lasciano le impronte più profonde nel nostro cuore”. L’ultimo messaggio che Isabella Baratta ha pescato nella scatola dice questo: “non bisogna mai fermarsi alle apparenze”.
CONCLUSIONI
«Ed è proprio così, se quella mattina mi fossi fermata alle apparenze, avrei visto solo dei giovani quasi costretti a partecipare ad un incontro con me per la presentazione del mio libro. Poi ho scoperto che c’è molto di più, che dentro quei ragazzi, all’apparenza timidi e senza idee, c’è un mondo da raccontare, mille cose da dire e tantissime ancora da fare. Grata per averli conosciuti perché ho capito che io non ero lì per insegnare qualcosa ma per imparare da loro». Conclude così Isabella Baratta, ampiamente soddisfatta dell’esperienza che le ha regalati l’incontro con i ragazzi.



Devi effettuare l'accesso per postare un commento.