La situazione della Salute Mentale nella Regione Lazio è ormai una vera e propria emergenza pubblica. Negli ultimi anni, il settore ha subito profonde criticità, caratterizzate da continui cambiamenti organizzativi e significativi tagli alle risorse economiche. Ciò ha causato una drammatica diminuzione del personale medico dedicato, compromettendo la qualità dell’assistenza e aggravando le carenze nei servizi territoriali.
Richiesta di un incontro urgente con la Regione
Per affrontare questa crisi, il Coordinamento dei Presidenti delle 10 Consulte Dipartimentali per la Salute Mentale della Regione Lazio e della Consulta Cittadina per la Salute Mentale di Roma Capitale ha richiesto un incontro urgente con l’On. Avv. Francesco Rocca, Presidente della Giunta Regionale del Lazio con delega alla Sanità. L’obiettivo è discutere un piano d’azione concreto per migliorare l’assistenza psichiatrica nella regione, con proposte specifiche:
- Destinare il 5% del fondo sanitario regionale alla salute mentale, come stabilito dalla Conferenza Nazionale sulla Salute Mentale (2001) e ribadito dalla Corte Costituzionale.
- Potenziamento della Rete dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSMDP) attraverso un Piano Straordinario di Assunzioni.
- Uniformità organizzativa dei DSMDP su tutto il territorio regionale per garantire una presa in carico omogenea dei pazienti.
- Modifica della legge regionale 3 luglio 2006, n. 6, per includere come membri effettivi con diritto di voto i Presidenti delle Consulte Dipartimentali nella Consulta regionale.
- Revisione della normativa regionale sulle emergenze di salute mentale e implementazione di protocolli per interventi domiciliari.
- Integrazione del Piano Regionale Salute Mentale 2022-2024 con un focus su interventi territoriali e progetti terapeutici personalizzati.
Un quadro preoccupante: carenza di personale e servizi insufficienti
In molte Aziende Sanitarie Locali (ASL) del Lazio, la mancanza di personale è allarmante:
- Psichiatri, neuropsichiatri infantili e psicologi sono ridotti fino al 50% rispetto al fabbisogno.
- Anche infermieri ed educatori professionali risultano gravemente sottodimensionati.
- I servizi attuali sono focalizzati quasi esclusivamente su trattamenti farmacologici e ricoveri, con una scarsa attenzione alla prevenzione e all’inclusione sociale.
Questa situazione ha portato a un preoccupante aumento dei processi di re-istituzionalizzazione, in netto contrasto con le normative regionali che promuovono un approccio centrato sulla persona.
L’impatto su giovani, anziani e famiglie
Le ripercussioni di questa crisi si fanno sentire su tutta la popolazione:
- I giovani, già colpiti dal disagio amplificato dalla pandemia, non trovano risposte adeguate.
- Gli adulti faticano a mantenere un percorso di cura strutturato e rischiano il barbonismo domestico o ricoveri impropri in strutture sanitarie.
- Le famiglie, lasciate sole, si trovano a gestire situazioni difficili senza alcun sostegno concreto.
Un appello alle istituzioni: la Salute Mentale sia una priorità
È fondamentale che la Regione Lazio riconosca la Salute Mentale come una priorità e avvii un dialogo costruttivocon le realtà territoriali per garantire servizi adeguati alle necessità della popolazione.
In attesa di una risposta dalle Istituzioni regionali, il Coordinamento delle Consulte ribadisce la propria disponibilità al confronto e la determinazione a collaborare per il miglioramento dei servizi di Salute Mentale.
Per informazioni e contatti: presidenticonsulte.lazio@gmail.com


