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Mondoreale > Blog > Cronaca > PROVINCIA | Gioco d’azzardo in aumento, a rischio i giovani: le proposte della Caritas per il territorio
Cronaca

PROVINCIA | Gioco d’azzardo in aumento, a rischio i giovani: le proposte della Caritas per il territorio

Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre 2024 13:12
Redazione Pubblicato 13 Dicembre 2024
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Una tendenza in aumento con gravi implicazioni sociali e individuali. Così le Caritas diocesane di Latina e di Gaeta, per i rispettivi territori, interpretano i dati del 2023 relativi al gioco d’azzardo e lotterie diffusi dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli, cui compete la gestione del settore. Infatti, rispetto all’anno precedente -spiegano dalla Caritas diocesana – il 2023 vede il gioco di azzardo in crescita nei 17 Comuni della Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno (Bassiano, Ci-
sterna di Latina, Cori, Latina, Maenza, Norma, Pontinia, Priverno, Rocca Massima, Roccagorga, Roccasecca Dei Volsci, Sabaudia, San Felice Circeo, Sermoneta, Sezze, Sonnino, Terracina).Un dato fonte di preoccupazione per disagio economico e sociale che provoca.

La media della giocata pro capite nel 2023 è stata di 3.073 euro, di cui 1.393 euro la componente fisica e 1.680 euro quella telematica; una cifra elevata se confrontata con la media nazionale di 2.503 euro. L’aumento rispetto al 2022 è stato circa del 7%, con la componente telematica molto più alta di quella fisica. L’uso del canale telematico è un vero nodo problematico poiché le scommesse on line sono fuori controllo dagli orari e regolamenti degli esercizi commerciali e attirano sempre più i giovani abituati all’uso continuo di smartphone, tablet e personal computer.

Nel 2023 l’incidenza media della giocata pro-capite sul reddito 2021 è stata del 17,2%, in aumento rispetto a quella del 2022 e molto più alta rispetto a quella dell’Italia equivalente a 12,1 per cento. Roccagorga si conferma il Comune con la giocata pro-capite più alta con 11.697 euro all’anno, seguita da Sezze con 3.571 euro, Latina con 3.500 euro, Terracina con 3.421 euro, Pontinia con 3.036 euro, Cisterna di Latina con 2.820 euro, Sermoneta con 2.663 euro, Sabaudia con 2.484 euro, San
Felice Circeo con 2.415 euro, Priverno con 2.159 euro, Norma con 2.050 euro, Cori con 1.913 euro, Sonnino con 1.849 euro, Roccasecca dei Volsci con 1.835 euro, Bassiano con 1.256 euro, Maenza con 918 euro e Rocca Massima con 310 euro.

Nel 2023 è avvenuto un ulteriore innalzamento della giocata pro capite, rispetto al 2022, per i Comuni di Roccagorga equivalente al 75%, Pontinia al 21%, Priverno al 20%, Roccasecca Dei Volsci al 16%, Cisterna di Latina e Sezze al 12%, Norma al 11%, Terracina al 9%, Sabaudia al 7% basato principalmente sulla componente telematica. Sermoneta, Latina e Sonnino hanno registrato un aumento più contenuto, mentre Maenza, Cori, Bassiano, San Felice Circeo e Rocca Massima hanno ridotto la giocata pro capite.

Il caso eclatante è rappresentato da Roccagorga con una giocata telematica pro-capite di 9.849 euro e quella fisica di 1.848 euro che si attesta nella prima posizione nella classifica dell’incidenza della giocata pro capite sul reddito pari al 72 percento. È il canale telematico delle scommesse che in ogni Comune prevale su quello fisico, ad eccezione di Latina, Sabaudia, Terracina e Pontinia dove i due canali sono circa equivalenti.

Le giocate fisiche rappresentano il 45% delle giocate complessive, mentre le giocate telematiche rappresentano il 55% dell’intera giocata. A livello nazionale, invece, le giocate fisiche rappresentano il 44% delle giocate complessive, mentre quelle telematiche sono il 56% dell’intera giocata. Quella dei comuni ricadenti nella Diocesi di Latina è una situazione preoccupante. Sempre per la Caritas Diocesana il pontino è un territorio in “overdose” di azzardo dove la spesa effettiva (differenza tra giocate e vincite) è di quasi 151 milioni di euro su una popolazione di quasi 351 mila abitanti.

Questa spesa corrisponde ad una tassa aggiuntiva media di 452 euro all’anno per ogni abitante, senza controparte in servizi, contro le 350 euro di quella dell’Italia. Sono cifre che i cittadini, nonostante il contesto economico non favorevole, sprecano piuttosto che utilizzarle per la spesa sanitaria e alimentare, la formazione e la cultura, lo sport e il tempo libero.

Dati allarmanti, per cui il Direttore della Caritas Diocesana di Latina, Angelo Raponi, ripropone l’appello a fare rete sul territorio, lanciato già a gennaio scorso, rivolto a coloro che a vario titolo si occupano di questo tema, «affinché tutte le forze sane di questo nostro territorio, non solo quelle che in passato hanno anche dato vita a progetti a favore del buon gioco e di contrasto al sovraindebitamento delle famiglie, insieme con le istituzioni locali, possano sedersi attorno ad un tavolo e riflettere insieme sulla portata del fenomeno».

La Chiesa pontina ha percepito le gravi conseguenze della diffusione capillare delle “macchinette e biglietti mangiasoldi”, a cui si aggiungono le varie applicazioni per le scommesse sul web, e intanto attraverso la Caritas sta iniziando a adoperarsi per contrastare l’elevata espansione e a promuovere la consapevolezza che l’azzardo è una patologia e non un gioco di intrattenimento.

«Lo scopo di questo impegno sarà quello di aiutare i cittadini, le associazioni e le istituzioni a percepire la pratica dell’azzardo non come un gioco, ma come un’attività rischiosa che può generare povertà piuttosto che ricchezza, insieme con una dipendenza patologica, che conduce spesso ad essere esposti all’usura e alla manipolazione di organizzazioni criminali», ha concluso Angelo Raponi, il quale ha ricordato che anche il vescovo Mariano Crociata nella sua recente Lettera Pastorale alla Diocesi per il 2024/2025 e dedicata al Giubileo ha scritto che «c’è un legame non sempre facilmente
discernibile ma reale tra le tante forme di dipendenza, prime fra tutte la droga e il gioco d’azzardo, che fanno la miseria di molti e la fortuna di pochi».

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