Sono 31 i progetti per l’inclusione dei minori rom dichiarati ammissibili dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che ne ha approvato la graduatoria finale. I progetti approvati saranno finanziati con un importo complessivo che sfiora i 40 milioni di euro, proveniente dalle risorse del Fondo Sociale Europeo, programmazione 2021-2027, “PN Inclusione e lotta alla Povertà”
È la prima volta che una somma così ingente viene destinata all’infanzia rom, considerato un importo complessivo medio di circa 1,3 milioni di euro per città. Tra esse spiccano alcune città metropolitane come Roma (2,2 milioni di euro), Milano (1,9 milioni di euro), Napoli (1,6 milioni di euro), Bologna (1,3 milioni di euro), Torino (1,3 milioni di euro) ma anche province dove la presenza di comunità rom risulta abbastanza esigua come Asti (1,8 milioni di euro), Selargius (1,5 milioni di euro), Genova (1,4 milioni di euro), Latina (960 mila euro). Stando alle ultime rilevazioni dell’Associazione 21 luglio, che da anni monitora costantemente la situazione degli insediamenti monoetnici, a oggi in Italia si contano 97 baraccopoli istituzionali abitate da 11.040 rom e sinti. Di queste, 43 sono insediamenti abitati da 7.200 rom, 50 da 3.700 sinti, e 2 insediamenti misti abitati da 140 tra rom e sinti. In totale sono circa 2.500 le famiglie rom e sinte che non hanno ancora un alloggio adeguato.
Particolarmente grave è la situazione nella Città Metropolitana di Napoli, che ospita la più alta concentrazione di rom in emergenza abitativa in Italia, quasi 3.000 persone. Qui, la presenza di baraccopoli informali, le gravissime condizioni di precarietà nelle quali sono costretti a vivere gli abitanti e l’assenza di piani di superamento rappresentano una sfida importante. Per le azioni di inclusione dei minori rom, l’Avviso pubblico definisce un impegno di spesa pari a 1,9 milioni di euro per il Comune di Giugliano in Campania, 1,6 milioni di euro per la città di Napoli, 666 mila euro per il Comune di Casoria.
Secondo l’Associazione 21 luglio l’ingente investimento previsto, se utilizzato al meglio dalle Amministrazioni locali, potrà rappresentare una svolta decisiva nei processi di inclusione che, poggiandosi su piani di superamento dei “campi rom”, consentiranno ai minori presenti nelle città oggetto dell’intervento, di vedere rimosse le barriere che ostacolano il loro sano sviluppo. Un minore presente in un insediamento monoetnico, infatti, vive all’interno di un ascensore sociale bloccato dove le possibilità di un cambio di vita rappresenta una sfida quasi sempre insormontabile.
Per Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio «l’occasione è importante e non può essere persa. Elevato infatti è il rischio che alcune amministrazioni non siano in grado di gestire al meglio le risorse per mancanza di personale adeguato, scarsa conoscenza del fenomeno, riproposizione di modelli di intervento fallimentari perché ancorati al passato. Per tale ragione l’Associazione 21 luglio, alla luce delle esperienze maturate, offre consulenza e sostegno a quelle amministrazioni che vorranno avvalersi del nostro supporto, al fine di orientare al meglio i fondi nel definire strategie di intervento efficaci, impattanti e sostenibili».