Si conclude oggi, 13 maggio, una straordinaria trentaseiesima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, che ha brillato come il Coachella della cultura italiana.
Un’immensa affluenza di persone, una serie incalzante di eventi e libri a ogni angolo hanno caratterizzato questa edizione, la cui direzione affidata alla giornalista e scrittrice Annalena Benini ha confermato il Salone come il fulcro culturale del capoluogo piemontese.
«A vedere così tanti ragazzi ad un evento del genere mi fa pensare che c’è ancora speranza» dice il neo-direttore creativo di Valentino, Alessandro Michele, per la prima volta al Salone per presentare il suo nuovo libro “La vita delle forme – Filosofia del reincanto” (Harper Collins).
Durante i giorni del Salone, iniziato giovedì 9 maggio, illustri ospiti del calibro di Salman Rushdie, Elizabeth Strout, Joel Dicker e Eshkol Nevo hanno arricchito il panorama letterario. Un momento sorprendente è stato il rivelarsi dell’identità del misterioso scrittore francese Nicolas Barreau come l’editrice tedesca Daniela Thiele, un fatto svelato per la prima volta durante l’evento.
Oltre alle lunghe code per i firmacopie degli autori, alcune delle quali hanno raggiunto numeri record come quello raggiunto dal professor Alessandro Barbero con oltre 70 metri di coda per avere una sua firma, non sono mancati colpi di scena.
Sabato, durante la terza giornata del Salone, si è verificato un acceso dibattito politico e culturale quando un gruppo di attivisti pro-Palestina ha forzato i cancelli del Salone esponendo striscioni con slogan come “All eyes on Rafah. Blocchiamo tutto”, “Stop occupazione, stop genocidio, Torino per Gaza” e “Falastin Libera”. La loro protesta ha portato alla luce una serie di questioni sensibili, evidenziando la complessità dell’attuale contesto globale. In risposta a questa irruzione, una piccola delegazione dei manifestanti è stata autorizzata ad entrare nel Salone. Il fumettista Zerocalcare si è detto solidale alla causa e ha ribadito l’importanza di affrontare tali tematiche ritenendo che «uno spazio che tratta di cultura e attualità non può ignorare la Storia con la S maiuscola».
La voce della protesta ha trovato spazio durante l’intervento della giovane Elena Cecchettin, interrotto bruscamente da una contestatrice che ha sollevato questioni controverse sul ruolo delle donne nella società. La Cecchettin parlava ha toccato temi profondi legati alla violenza di genere, affermando che «tutto il corpo della donna è sotto attacco» e descrivendo lo stupro come un’arma di guerra per conquistare territori, simbolo quindi della manifestazione brutale del desiderio di dominio. In occasione di questo intervento, una donna, brandendo un rosario, ha gridato slogan pro-vita e anti-femministi, definendo il patriarcato “santo” e “salvifico” e ha accusato le donne presenti di crimini contro i bambini.
Il Salone del Libro di Torino 2024 si è confermato non solo come un’importante vetrina per la letteratura, ma anche come un palcoscenico per i dibattiti e le controversie che animano la nostra società contemporanea. La sua chiusura segna la fine di un evento straordinario, ma lascia aperte porte e finestre per ulteriori riflessioni e azioni nel mondo della cultura e oltre.


