Una proposta poetica davvero interessante quella di Anna Polin, “Canto primitivo” per le edizioni “Animamundi”. Un pettirosso, un monsone, un rumore tra le scapole, il vento e la calura, sono gli elementi che modulano questa raccolta che racconta gli avvenimenti quotidiani come espressione di una voce sottostante alle cose, primitiva appunto. Chi canta è il corpo. Organico, finito, sensoriale. Il corpo è la partitura di questa musica di parole nate dal tatto e dalla luce. Questo canto arcaico riguarda ognuno di noi, quasi fosse un senso essenziale d’esistere mai smarrito, a volte solo nascosto. È la voce del primo uomo sulla terra che si sorprende del sole, delle foglie, delle lacrime, di un animale: “Oggi mentre camminavo avevo le ali/Non erano mie/ma di una bontà più grande/Piume e passi/del cielo sotto i piedi/strada del mio buio che ama il sole”.
Anna Polin, counselor, è laurata in pedagogia con specializzazione in pedagogia clinica. La sua formazione include elementi filosofici essenziali del tantrismo Shivaita del Kashmir. Ha scritto: Il musicista (Todariana Editrice, 1999; menzione speciale Opera Prima al Premio Nazionale Letterario Pisa 1999 e finalista premio Fenice Europa 2000), Pelle-Cielo (StreetLib, 2014) e con AnimaMundi il romanzo Il dovere della madre (2020) e la raccolta di poesie Canto primitivo (2022).


