Momento da incorniciare quello di ieri sera per Luca Velletri, l’apprezzato cantante di Sezze impegnato, come da molti anni a questa parte, a Sanremo nel ruolo di corista d’orchestra. Poco prima dell’inizio della seconda serata della kermesse musicale, come da lui stesso raccontato su un post apparso sul suo profilo Facebook, le attenzioni di tutti erano concentrate su Russell Crowe, il superospite previsto. È lo stesso Luca Velletri a raccontare: “Il post di oggi alle prove inizia con questa dicitura: “Before you say another word, Javert”… E pur sommerso da una cagnara di gente che cercava Massimo Decimo Meridio e chiedeva “al mio segnale…” il personaggio cui mi stavo rivolgendo, appena sentita la suddetta frase, si è girato come illuminandosi, ha lasciato tutti di sasso ed è venuto dritto verso di me. A quel punto un po’ intimidito ho ribadito quella frase, stavolta però cantandogliela, al che questo rubizzo signore con la barba mi da la risposta che potete evincere dal video in oggetto. Col palco pieno, con tutti attorno a chiedergli selfie a manetta, e lui invece come folgorato sulla via di Damasco che accanna tutti, mi interroga, vuole capire, mi chiede il mio nome, chi sono e cosa faccio qui, mi sorride e felice inizia a cantare…”.
A quel punto scatta il video, con il cantante setino e l’attore australiano che a cappella eseguono un brano poco conosciuto ai più, ma evidentemente apprezzato da entrambi, quello cantato dallo stesso Crowe e dal coprotagonista Hugh Jackman nel film “Les Misérables” del 2012: “E beh allora ao altro che foto, aspetta Russ ricomincia che attivo sto video. E se ne va… ‘Ché così come Phantom, Che o Judas, Valjean si sa è per sempre! Et alors miei signori ogiurduì che c’ho l’”Inspector” accanto, un po’ de sfarfallìo ar core m’o posso pure permette eh… Lo stesso che successe con Banderas nel 2001, quando mentre tutti a marcarsi il sex simbol, e lui invece che appena sente che suono Evita al piano mi si avvicina curioso, inizia a parlare di musical e via parte con me accennando Lament in coppia (e ahimè niente telefonini allora)… Ecco che cosa vale Sanremo per me, ecco le emozioni che da qui ogni tanto riesco a riportarmi a casa e nel cuore. Che ricchezza… Fra un po’ torno a supportare tutti, belli e brutti, ntunati e autotunati, ma adesso ancora me sento sto morso dentro “if I die let me die, let him live…”.


