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Lettura: LIBRI, con “Vite d’insieme” il poeta Emanuele Prisciandaro ricorda Galloni
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MondoCultur@le

LIBRI, con “Vite d’insieme” il poeta Emanuele Prisciandaro ricorda Galloni

Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio 2024 10:34
Antonella Rizzo Pubblicato 29 Gennaio 2024
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Nel suo ultimo libro di poesie “Vite d’insieme” per la casa editrice Aletti, Emanuele Prisciandaro  continua la linea iniziata con Linearità sghembe (diventato spettacolo, compact disc…) e  premiato con la Targa Gabriele Galloni istituita nel Premio letterario internazionale Antica Pyrgos. Il libro è dedicato proprio a Gabriele Galloni, poeta morto a soli 25 anni. “Un episodio maieutico – racconta Emanuele – è stato sicuramente l’incontro a Lanuvio (Roma) con il poeta e amico Antonio Veneziani e Irma Bacci, la mamma di Gabriele. Da quel preciso istante, ho sentito il bisogno di tradurre in versi l’amore di una madre, Irma, concepito ancor prima della sua stessa origine. E l’amore di un figlio, Gabriele, per la poesia”. Vogliamo attingere proprio dalle parole che Antonio Veneziani spende per il giovane autore: Emanuele Prisciandaro dichiara subito il suo essere un poeta del privato e un dicitore del pubblico. “Vita debitrice./ Al raddoppio. Per/ non esserne mai in debito./ Di fiato./ Aggrapparsi così ardentemente/ da svanire come cenere/ nel folle rimedio/ di un finto primo pasto./ Senza mai togliere quel traguardo./ Non sopportare mai a sufficienza./ La lontana dolcezza/ di ogni parola,/ gemito o sussurro/ al di là del via.” Sempre in bilico tra esplicitare e tacitare, tra l’urlo e la sordina, Prisciandaro gioca con le parole, ma anche con sé stesso e lo fa con una enorme sensibilità poetica dimostrando una conoscenza profonda della poesia del passato, sia quella lirica che quella sperimentale. Un ruolo importante in tutto questo lo gioca la musica (sia essa musicalità del verso, ma anche la “musica tout-court”, dalla classica al rock, dal jazz alla sperimentale). Emanuele Prisciandaro cambia con facilità il ruolo: è infatti “fine dicitore” oppure “quasi profeta”, e ancora “sciamano metropolitano” e il tutto con una purezza e una genuinità che incantano. “L’artista,/ un’altra anomalia occulta/ tra realtà e recita./ Un miraggio la Chimera./ Si palesa nel prodigio/ di un viaggio/ della mente. Come/ un rimedio ambivalente/ all’inesorabile presente./ Come scegli di essere l’artista?/ Un solista brama,/ brama in sé la consonanza/ dell’esistenza./ Sceglie di coesistere.” È l’autore, il poeta, il facitor di versi, che sceglie di coesistere, cioè esistere insieme. Infatti, Alessandro Quasimodo nella prefazione sottolinea che il titolo della raccolta mette in primo piano il rapporto con gli altri. In una società individualista, in cui, sovente, non si considera importante la collaborazione, ma solo il risultato personale, è interessante riscoprire che cosa significa ascoltare, sentirsi parte di un tutto, senza però annullarsi, potenziando il singolo contributo”: “Che dire ognuno la sua./ Originale/ o camuffata./ Radiosa,/ un po’ distorta, del tutto opaca./ La mia storia?/ È la tua stessa vita,/ mescolata con tante altre/ Quale scegliere?/ Tutte.” Ebbene, Emanuele Prisciandaro ha intrapreso una strada che se riuscirà a percorrere fino in fondo, gli permetterà una “autorialità autentica” nel marasma della vita e delle parole.

 

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