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Lettura: ROMA, giornalismo e intelligenza artificiale: seminario in Sapienza
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Mondoreale > Blog > Attualità > ROMA, giornalismo e intelligenza artificiale: seminario in Sapienza
Attualità

ROMA, giornalismo e intelligenza artificiale: seminario in Sapienza

Ultimo aggiornamento: 30 Novembre 2023 17:02
Paolo Borgi Pubblicato 30 Novembre 2023
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Lo scenario informativo attuale è caratterizzato da un costante afflusso di notizie e, in termini lavorativi, chi ne risente di più è la figura del giornalista, ma più in generale il giornalismo organizzato. È veramente possibile che l’intelligenza artificiale si sostituisca alle persone? Risposta difficile, ma forse occorrebbe ragionare su un meccanismo umano intrinseco al concetto di utilità che porta ad instaurare fiducia in questi mezzi, facendoci scordare, metaforicamente, “come avvitare un bullone”. Chi comanda questo “gioco”? Interrogativo cui ci si è trovati spesso a fronteggiare. La risposta è la società OpenIA, nata come superonlus per poi irrompere nella scena tra liberismo sfrenato ed eccentricità patologica (tipico spirito pionieristico californiano). Non è l’unica società ad aver approfondito questa scelta futuristica, si pensi alle cosiddette Big5 (tra cui Microsoft, Google, Meta) ma anche alla realtà cinese di Baidu con ErnieBot. Lo scenario non è più quello di internet come “casa della mente democratica e di libertà” ma di un network a forte spinta libertaria.

L’obiettivo delle società è creare, ovviamente, valore economico attorno all’intelligenza artificiale, spesso a scapito della poca trasparenza di progettazione. Si pensi che, almeno inizialmente, era stata presentata come un software universale (quindi una versione basica) poi soggetta a licenze (quindi adattata dalle imprese alle proprie esigenze). La riflessione più etica in tema porta a chiedersi “potrebbe compiere un crimine?”. Risposta: NI, nel senso che non si otterrà mai la risposta a come “distruggere il mondo” ma già sapere avere informazioni su come realizzare una molotov, la formula della nitroglicerina, ed altro ancora, non è di per sé un step intermedio?.

Le informazioni di ChatGPT vengono cercate nella rete, ed è evidente il problema riguardo il diritto d’autore. L’aspetto positivo è la velocità, impensabile per i ritmi umani con cui esegue i comandi, si pensi a realizzare un reportage sul football americano dal 900′ ad oggi: diverso è mettersi a fare ricerche su ricerche piuttosto che avere il tutto con un semplice click.
Presentata in questi termini sembrerebbe un vantaggio per il mondo giornalistico, ma chi è il giornalista? Un mero testimone di fatti, ed è la testimonianza che definisce la professione, cuore e sentimento non possono essere sostituiti da una macchina. Altro punto negativo su cui riflettere è la visione critica delle macchine perché non hanno quella visione di scarto che permette all’occhio umano di individuare la, seppur parziale, verità. Esempio concreto è un test fatto su un contenuto sportivo in cui il risultato della partita Napoli – Juve della scorsa stagione era esatto ma tra gli autori dei goal figurava Higuain; ad un occhio esperto viene immediatamente da pensare che si tratti di un giocatore ritiratosi qualche tempo fa.
La riflessione finale è su una questione generazionale: i giovani vogliono veramente vivere il mondo in cui la verità viene approssimata? È questo il tipo di giornalismo che vogliono?

I temi e le riflessioni riportati in precedenza sono stati posti il 29 novembre all’università La Sapienza Di Roma dove è intervenuto Lazzaro Pappagallo, segretario della stampa romana, che tramite quesiti ad hoc della prestigiosa figura di Dario Laruffa ha provato a scardinare il tema dei temi di attualità collegato al mondo del giornalismo: l’intelligenza artificiale.

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