L’Accordo per lo Sviluppo e la Coesione tra il Governo Italiano e la Regione Lazio è stato firmato ieri, 27 novembre 2023, dal presidente del Consiglio,Giorgia Meloni, e dal presidente della Regione, Francesco Rocca. L’Accordo prevede il finanziamento degli interventi da realizzare nel Lazio attraverso il Fondo sviluppo e coesione (FSC)2021-2027. Nella stessa giornata, prima della firma, la Giunta regionale ha approvato la delibera relativa all’Accordo per lo Sviluppo e la Coesione, definendo anche un crono programma per i tempi di realizzazione degli interventi. L’Accordo prevede l’assegnazione alla Regione Lazio di 1.2 miliardi di euro (di cui 192 milioni di euro già attribuiti con delibera Cipes numero 79 del 2021) per la realizzazione di una serie di interventi. Meloni e Rocca tengono a precisare che l’impiego di questa somma potrà colmare la “frattura sociale” che affligge la regione, garantendo nuovi posti di lavoro. Le parole chiave di una tale azione, definita come di sistema e mancante da molto (“forse troppo” afferma Meloni) tempo, sono : responsabilità e chiarezza.
Gli interventi sono suddivisi in diverse aree tematiche che non comprendono solo la realtà della capitale (“foro della regione”) ma anche zone di provincia: spesso dimenticate dalle istituzioni ma sinonimo di ricchezza e resilienza (non a caso Rocca parla di effetto moltiplicatore). Alcuni dati: 60 milioni saranno destinati alla competitività delle imprese, 19 milioni all’energia, 70 milioni all’ambiente e alle risorse naturali, 45 milioni alla cultura (si pensi alla riqualificazione di Palazzo Silvestri-Rivaldi), 29 milioni alla riqualificazione urbana, e altri interventi. Fondamentale cifra quella destinata a trasporti e mobilità: quasi 780 milioni.
Tra le linee di intervento previste dall’Accordo ci sono sicuramente: opere per la viabilità, come interventi sulla Cisterna-Valmontone (a cui sono destinati 100 milioni) oltre che sul G.R.A. per il miglioramento dei flussi di scorrimento e la messa in sicurezza di strade regionali strategiche; interventi di contrasto al dissesto idrogeologico; interventi strategici per le aree industriali che consentiranno di innalzare la capacità competitiva delle imprese; aumento della sicurezza infrastrutturale come linee e stazioni per garantire la regolarità del servizio (maggiormente in zona Roma-Lido, Roma-Civita Castellana-Viterbo); valorizzazione di beni culturali e sostegno allo sviluppo locale nei settori agricolo e ricettività turistica. A distanza dall’ultima visita di un presidente (“il fu” Berlusconi 10 anni fa) Meloni torna in regione, dove afferma che “c’è un pezzo di cuore particolare” , per siglare l’esito della scelta strategica, nei termini di una rete di risorse, di mettere insieme la competenza del PNRR e quella degli altri fondi europei. La firma non è altro che la testimonianza dell’aver rivisto l’importanza di alcune priorità (contrariamente alla previsioni di alcuni) insieme, anche, alla Commissione europea: “l’impossibile è la parola che usa chi non ha coraggio perché per chi lo ha nulla è impossibile”.




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