Colpo di scena a Cisterna dove la Cassazione accoglie, in parte, le richieste dalla difesa per i quattro imputati condannati per la morte della 16enne Desirée Mariottini. I giudici, a 5 anni dal tragico evento, hanno preso una scelta che sicuramente farà discutere: disposto l’appello bis per Mamadou Gara (condannato all’ergastolo), in riferimento all’accusa di omicidio, mentre per Brian Minthe (condannato a 24 anni e mezzo), il nuovo processo sarà in relazione alla cessione della droga, così come per Alinno Chima (condannato a 27 anni). Assolto dall’accusa di violenza sessuale Yussef Salia (condannato in secondo grado all’ergastolo).
Dopo aver annullato (in parte) le condanne per i quattro imputati per la morte della giovane avvenuta nel 2018, arriva lo sfogo della mamma Barbara Mariottini. Informata della decisione della Cassazione afferma duramente che «Negli atti c’è scritto tutto, i testimoni dichiarano che Desirée è entrata barcollando, l’autopsia dice che è stata deflorata, che riportava emorragie interne, segni di violenza al corpo. L’hanno rivestita, l’hanno portata in quattro in un altra stanza, è rimasta sempre incosciente, con la faccia blu, non riusciva a respirare. Lasciata in agonia per tantissime ore. C’è il DNA di due mostri. Youseff Salia è stato il primo e lo stesso che ha detto “m eglio lei morta che noi in galera”, hanno impedito i soccorsi. Con questa sentenza mi vergogno di essere italiana ,chiedo giustizia non solo per me che sono condannata al dolore ma soprattutto per mia figlia».
Interviene anche l’avvocato della famiglia Mariottini, Claudia Sorrenti la quale conferma il turbamento da parte dei familiari, soprattutto “il colpo incassato” dalla madre per la non conferma dell’accusa di violenza sessuale per uno degli imputati (anche se resta la condanna all’ergastolo). Afferma, però, che «E’ un dispositivo complesso, e andranno lette le motivazioni relativamente ai giudizi di rinvio»




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