«La revisione del Regolamento sulle Indicazioni Geografiche (IG), votata oggi dal Parlamento europeo – dichiara l’on. Salvatore De Meo, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo – mira a favorire l’adozione degli strumenti di proprietà intellettuale nell’Unione Europea, consentendo ai prodotti agricoli con specifiche caratteristiche legate al luogo di produzione di accedere alle tutele del riconoscimento dì “Indicazione Geografica”. Una revisione – continua l’on. De Meo – con cui si semplificano le procedure di riconoscimento e si rafforzano le misure dì protezione. Tra le novità di rilievo, infatti, ci sono le norme che non consentono il riconoscimento ai prodotti con nomi omonimi o parzialmente omonimi che evocano altri prodotti già tutelati, creando confusione tra i consumatori riguardo all’origine dei prodotti.
Questa misura – sottolinea De Meo – è finalizzata a proteggere i consumatori ed a garantire che i prodotti già riconosciuti e tutelati non vengano confusi e danneggiati sul mercato internazionale. Si rafforza così l’azione di protezione del nostro “Prosecco” dalla richiesta della Croazia di ottenere un riconoscimento di prodotto tradizionale per il “Prošek”, un vino dolce il cui nome simile può indurre i consumatori a un acquisto diverso da quello desiderato. Pertanto – prosegue il presidente De Meo – è necessario adottare misure significative in modo da contrastare tali situazioni e preservare l’autenticità dei prodotti, garantendo la chiarezza per i consumatori. È importante sottolineare come la revisione non propone modifiche alla struttura fondamentale dei sistemi delle IG, mantenendo il ruolo degli Stati membri nella gestione delle richieste delle stesse e dei termini tradizionali, garantendo un alto livello di tutela dei diritti di proprietà intellettuale. Questa relazione – conclude l’on. Salvatore De Meo – rafforza ulteriormente la protezione delle eccellenze agroalimentari “Made in Italy” che, purtroppo, sono ancora vittime di tanti episodi di contraffazione con enormi danni economici al nostro export».
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