Dopo la mostra di novembre 2021, Luigi Ballarin torna all’Accademia d’Egitto, a Roma, per la nuova personale
“Antico Egitto. La vita oltre la vita”, visitabile sino al primo giugno 2023. L’esposizione, che abbraccia otto
opere di grandi dimensioni, si concentra in particolare sulla bellezza del tempio di Abu Simbel, fortemente
voluto e costruito da Ramses II (1303 a.C. – 1212 a.C.) per celebrare la sua vittoria contro gli Ittiti nella battaglia
di Kadesh. L’artista ha voluto così ricordare maestosità e significati di questo tempio trovato sepolto
dall’archeologo svizzero Johann Ludwig Burckhardt nel 1813. La mostra sarà aperta dalle 10 alle 16 dal
lunedì al venerdì. Ingresso libero.
LE OPERE IN MOSTRA – Ballarin si ispira alle antiche e tradizionali forme decorative dei tempi egizi per
riproporre in chiave moderna, rinnovata, non solo le rappresentazioni, ma anche i suoi messaggi. Grazie alle
tecniche miste e all’uso dell’acrilico e dello smalto, rende insolite le sue decorazioni, apparentemente imprecise
da vicino, ma perfette da lontano. Ad arricchire le opere, effetti metallici che donano alle opere una grande
luminosità, narrando memorie e ricordi, emozioni e racconti, simboli e spiritualità, come nella scena della
psicostasia (ossia la pesatura del cuore).
IL LIBRO DEI MORTI – Ballarin reinterpreta anche la complessa e straordinaria concezione filosofica della
morte, intesa dagli egizi come “momento di transizione”, dimostrando quanto sia profondo il legame tra passato
e presente. Lo fa tramite forme nuove, libere, svincolate da culture ed immagini archetipiche, che ostentano una
epidermide di patchwork, memoria viva di antichi manufatti ceramici e tessili. E’ sbagliato, però, guardare queste
opere come conseguenza di un decorativismo legato all’arte islamica: si tratta, infatti, del risultato di un gesto
creativo, di un rituale strettamente legato alla sacralità della vita, il frutto della continua ricerca stilistica e
spirituale dell’artista. L’arte per Luigi Ballarin è uno straordinario veicolo per comunicare valori altri, senza però
connotarsi in una chiave politica, di rottura o di avanguardia.
Ufficio Stampa Uozzart di Salvo Cagnazzo
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“Gettare ponti tra mondi lontani è ciò che fa l’arte in un incontro felice di pensiero ed emozione – spiega l’artista –
Noi ci rinnoviamo ogni volta che siamo di fronte ad opere che sollecitano il nostro interesse ed attivano in noi quel
sentire con il cuore e con la mente. L’opera diviene il luogo magico nel quale dialogano realtà diverse che,
altrimenti, non si sarebbero mai incontrate. Gli scenari reali ed immaginari dell’arte sono un contributo prezioso
all’incontro e alla crescita di un patrimonio condiviso”.
BREVE BIOGRAFIA – L’arte del veneziano Luigi Ballarin, che ha avviato la sua carriera negli anni ‘90, è unione
tra Oriente e Occidente e sintetizza in immagini iconiche le suggestioni delle arti minori, che percorrevano i
cammini degli scambi commerciali e dei viandanti, e fondevano le diverse tradizioni: le decorazioni delle
maioliche, lo smalto delle oreficerie, i ricami dei tessuti preziosi. Oggi espone in diverse città italiane e nel
mondo.




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