“Dalle foibe all’esodo. Il martirio degli Italiani di Istria Fiume e Dalmazia” è il titolo della conferenza tenutasi a Roccagorga l’8 febbraio, per celebrare la Giornata del Ricordo. Un evento fortemente voluto da Mario Romanzi, coordinatore di FDI a Roccagorga, in collaborazione con il collega di Maenza, F. Ranellucci, con i consiglieri comunali di FDI di Pontinia Andrea Fabbri e di Sezze Orlando Quattrini. Ha curato la relazione conclusiva, l’avvocato Cesare Bruni, presidente dell’associazione G. d’Annunzio di Latina, studioso delle complesse vicende legate alla storia del ‘900.
Tra il pubblico anche Emiliano Ciotti, che ha portato il suo saluto e Matteo Sicconi, Presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Latina che ha commosso la sala con la conclusione del suo intervento. Un appello comune da parte dei presenti tutti, a rendere a questa giornata celebrativa la doverosa dignità. Come rimarca anche Bruni nel suo intervento, “le uccisioni di massa di migliaia e migliaia di italiani nel 1943-45 da parte dei criminali partigiani comunisti di Tito, attraverso le foibe, gli annegamenti, le fucilazioni, colpevoli solo di essere e voler rimanere italiani in terre che oramai dovevano diventare slave e l’esodo di circa 350.000 persone dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia, sono parti di una feroce pulizia etnica, come affermato tra gli altri dai Presidenti Ciampi e Napolitano, a danno degli italiani. Questa immane tragedia dovrebbe oramai essere ricordata da tutti gli italiani ma purtroppo così non è perché negazionisti e giustificazionisti abbondano, così come gli imbrattatori di lapidi e monumenti, e così facendo continuano ad uccidere ancora quei martiri innocenti. Per questo sono importanti iniziative come quella tenuta a Roccagorga, per non dimenticare chi tutto ha dato per amore dell’Italia”.
Mario Romanzi era, oltre che organizzatore, purtroppo l’unico presente di tutto il consiglio comunale agli ultimi istanti di vita. Nessun’altra celebrazione in programma per questa giornata, che per resistenze di vario genere, nonostante i riconoscimenti ufficiali, stenta a divenire momento di riflessione e conoscenza condivisa.
Agnese Ciotti





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