Il ri-commissariamento del Comune di Roccagorga evidenzia la profonda crisi politica in cui versa il piccolo centro lepino da qualche anno. La politica è diventata un argomento per pochi, l’amministrazione un gioco neanche troppo divertente. La partecipazione al voto nelle ultime elezioni ha registrato un calo del 26%, sintomo grave di disinteresse o forse di rassegnazione. Quella che era considerata la roccaforte rossa, oggi, decisamente, non lo è più. Benché il Pd sia risultato il primo partito, i voti si sono ridotti drasticamente. 27,3% contro le maggioranze assolute di decenni passati. In crescita, ovviamente FdI, che arriva secondo col 21%, terzo posto per FI al 18,8% e ultima con il 16% la lega. Ininfluente il 4% dei 5 stelle.
Se si facesse una previsione su questi numeri appare evidente che il prossimo sindaco quasi certamente sarebbe di centro destra. Ma…. Escludendo Fratelli d’Italia, in cui Romanzi è il rappresentante unico e indiscusso, PD Lega e FI sono partiti fatti di correnti e correntisti. Le spaccature, presenti già nel consiglio comunale dimesso, sembrano proiettarsi anche sulle prossime amministrative. Così mentre Maurizio Fusco si organizza in Cantiere Roccagorga, Andrea Orsini, sempre della Lega, resta fedele a Nancy Piccaro, che sarebbe intenzionata a riprovarci. Il Pd, che invece pareva unito in consiglio, è spaccato nelle stanze della Casa del Popolo. Infatti, non solo non è ancora emerso il nome di un probabile candidato, ma si farebbe concreta l’ipotesi di passare per le primarie. Scacchetti e la Amici sembrano i nomi più accreditati, stavolta, si spera per il Pd, entro la stessa lista. Poi ci sarebbero gli intenzionati alla ricerca di una terza figura, che non ha volto né nome. Alla base dei disaccordi anche l’opportunità di procedere su una civica di larghe intese, piuttosto che con una lista fortemente identitaria a marchio Pd. La Restaini, di FI ha annunciato ufficiosamente la sua candidatura a primo cittadino, ma non si comprende quale sarà la posizione di Dottori (FI), assessore al bilancio della giunta Piccaro, fino alla fine. Insomma, a tre mesi e poco più dalle prossime elezioni, ci sono tutti, ma nessuno è pronto. Eppure l’agonia del paese va avanti da tempo.
I grandi assenti per ora sono due: la discussione su idee, soluzioni e progetti, che conducano alla stesura di un programma efficace; il personaggio nuovo, la novità. Quella figura che potrebbe rappresentare una concreta possibilità di svolta, dotata di competenze, volontà e sensibilità.
Agnese Ciotti




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