Il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro delle Vedove ha
fatto visita ieri, 08 Febbraio, al carcere di Latina accompagnato dal
coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, il Senatore Nicola
Calandrini e dal Deputato di Fratelli d’Italia Sara Kelany
Al termine della visita, in cui Calandrini e Delle Vedove hanno
incontrato il direttore e il capo della polizia penitenziaria, si è
tenuta una conferenza stampa nella federazione provinciale del
partito.
A fare gli onori di casa il Senatore Calandrini: “La visita oggi del
sottosegretario al carcere di Latina è importante. Abbiamo toccato con
mano le problematiche della struttura di via Aspromonte, nata in
periferia e che oggi si ritrova in centro città, sovraffollata e con
pochissimi spazi e risorse che rendono davvero complicato il lavoro
egregio dei tanti agenti della polizia penitenziaria e degli altri
operatori che ogni giorno lavorano nel carcere. Abbiamo stilato una
serie di emergenze da affrontare nel breve periodo ma nello stesso
tempo stiamo verificando tutte le possibilità per arrivare alla
costruzione di un nuovo carcere, adeguato a un territorio come quello
del capoluogo. Un percorso non immediato ma per il quale stiamo già
attuando delle azioni concrete, cosa mai verificatasi in passato.
Abbiamo la possibilità, nelle prossime settimane, di creare una vera
filiera di governo che colleghi Latina a Palazzo Chigi passando per la
Regione Lazio. Una filiera di concretezza che risponda, dopo anni di
immobilismo, finalmente alle esigenze dei cittadini”.
Presente anche l’Europarlamentare di Fratelli d’Italia Nicola
Procaccini: “Nel sistema giustizia italiano ci sono molte cose da fare
ma io credo che finalmente ci sia il coraggio per farle, perché Andrea
Delle Vedove è una persona che ci mette la faccia, come noi. Ezra
Pound diceva che se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee,
o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui. Noi dimostriamo
con i fatti quanto valiamo”.
Intervenuto in conferenza anche il Deputato di Fratelli d’Italia,
l’On. Sara Kelany: “La nostra Provincia è alle porte della Campania e
le realtà criminali che si affacciano sul nostro territorio sono di
alto profilo dal punto di vista della pericolosità. Gli operatori
spesso si trovano a lavorare con risorse carenti dal punto di vista
economico e delle risorse umane. L’attenzione che pone il
sottosegretario al sistema carcerario segna per fortuna un cambio di
passo di cui l’Italia aveva estremamente bisogno”.
A chiudere la conferenza stampa è stato il sottosegretario alla
giustizia Andrea Delmastro Delle vedove: “in Italia la giustizia è da
riformare, dal civile al penale, passando dalle norme tributarie che
sottopongono il cittadino a prove diaboliche di innocenza e bloccano
gli investimenti nazionali ed esteri. Per quanto riguarda le carceri,
sono assolutamente convinto che ci sia bisogno di un radicale cambio
di passo. Non è pensabile affrontare il problema del sovraffollamento
con indulti e decreti svuota carceri. Occorre essere pragmatici e noi
stiamo affrontando la questione in questo senso. Sappiamo, ad esempio,
che il 20% dei detenuti provengono da altri Paesi. E’ necessario che
questi, per i quali evidentemente il patto di integrazione non ha
funzionato, scontino la pena nei loro Paesi di origine. Ad oggi,
inoltre, non ci sono risorse che possano davvero rimettere in società
i detenuti tossicodipendenti. Quello che faremo in questo senso è
stringere una rete di collaborazione con comunità del terzo settore,
chiuse e sicure, che possano accogliere questi detenuti che io auspico
non passino più dal carcere. Se tutto questo non dovesse bastare
stiamo lavorando a una nuova stagione di edilizia carceraria. Una
stagione che preveda anche una collaborazione pubblico privato e in
questo Latina potrebbe rappresentare un laboratorio. E’ necessario
cambiare la normativa ma non vedo perché non si possano prevedere
accordi che consentano a imprenditori privati di convertire strutture
commercialmente appetibili in cambio della costruzione di nuovi
carceri nelle periferie, funzionali per detenuti e operatori. Dobbiamo
poi ripensare tutto il diritto penale perché purtroppo oggi in Italia
l’imputato, innocente fino a prova contraria, viene trattato come se
fosse già un condannato mentre, al contrario, non esiste una reale
certezza della pena. E’ un sistema inefficiente che va necessariamente
cambiato”.




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