Il giovedì grasso a Sezze è anche il giorno in cui si celebra il matrimonio più importante (e breve) dell’anno: quello tra Peppalacchio e Peppa, maschere agresti, simulacri folklorici di inattaccabile importanza per l’identità e la tradizione popolare setina.
Tuttavia, negli ultimi anni, questa ricorrenza è stata un pò relegata a margine. Una mancanza a cui porre subito rimedio, perché una comunità non può definirsi tale, se mancano la collaborazione e il rispetto per i valori civici, per la propria storia e le proprie tradizioni.
Lo sa bene Daniele De Angelis, educatore professionale di comunità e coordinatore di servizi, presso un centro minori per stranieri di Cisterna, da quasi dieci anni e figlio d’Arte con la “A” maiuscola. Figlio di Umberto De Angelis. Il maiuscolo Farza. E se quest’anno Sezze ha potuto festeggiare nuovamente il suo Carnevale, tanto merito va proprio a Daniele, che mi ha raccontato come nasce questo Carnevale setino.
«Per tutti i bambini presenti è stata un’esperienza ludica e molto stimolante; anche per noi, che abbiamo riproposto queste attività di preparazione al Carnevale, che un tempo si tenevano in ludoteca, dalla costruzione dei giocattoli, all’insegnamento teorico della tradizione delle maschere carnevalesche setine. E appena si è sparsa la voce, siamo diventati davvero numerosi.
Abbiamo aperto al pubblico, facendo circolare la notizia sui social. Ci hanno messo a disposizione alcune sale della biblioteca comunale, che si sono subito riempite di bambini. In un attimo, quelle stanze si sono trasformate in un piccolo laboratorio: abbiamo costruito i fantocci di Peppalacchio e Peppa, i cuticù e tutto ciò che ci serviva per realizzare il carnevale. Hanno partecipato in tanti, grandi e piccoli; anche chi solo per un giorno, ha comunque contribuito con felicità e passione. Ringrazio il vicesindaco Michela Capuccilli, che ha partecipato e ci ha accompagnato ogni giorno, sostenendoci in tutto.
L’intera preparazione è durata più di un mese, di cui un paio di settimane dedicate proprio alla costruzione dei giocattoli e della scenografia e il tempo rimanente per pubblicizzare l’evento, soprattutto all’interno delle scuole materne ed elementari dell’intero paese e presso il centro “Tamantini”. Abbiamo portato sempre con noi una versione in miniatura di Peppalacchio, proprio per spiegare la tradizione ai più piccoli, che mai avevano approcciato prima con il Carnevale setino.»
La storia moderna del Carnevale di Sezze è nota, soprattutto a chi, dagli anni Ottanta in poi ha vissuto l’età della ludoteca “Orso Rosso”. Una magnifica realtà, costruita sull’educazione e il desiderio di stare insieme, su valori pedagogici e ludici, in cui artigianato e pensiero creativo hanno cresciuto una moltitudine di ragazzi, accompagnati in questo percorso da Farza e Rosolino.
«Intorno gli anni Ottanta, papà e Rosolino realizzarono un’indagine etnografica, intervistando gli anziani di Sezze, per poter recuperare la tradizione di queste nostre maschere carnevalesche, che era stata accantonata per diverso tempo. E già la frangia più giovane della popolazione non ne era a conoscenza. Dopodichè, attraverso le attività ludiche dell’”Orso Rosso”, sono stati in grado di rivalorizzare questa tradizione dal grande valore simbolico, considerato che in quegli anni, il Carnevale era vissuto dalla popolazione solo in maniera consumistica.»
Ecco, Farza e Rosolino erano dei giganti e provare a emulare il loro lavoro sarebbe un’impresa impossibile. A noi che restiamo, spetta un compito diverso: onorare al meglio la loro eredità e quella della ludoteca “Orso Rosso”. Daniele e i suoi amici lo hanno capito (lo sanno da sempre…). Perché quel grande tesoro nascosto nel cuore di questa comunità lo abbiamo riscoperto giovedì grasso negli occhi dei bambini.
«Oltre alla felicità per aver dedicato questo evento ai più piccoli, in tutte le fasi della sua realizzazione, sono molto emozionato, perché ho rivissuto il periodo della ludoteca, insieme agli amici di una vita, che si sono impegnati al massimo per far sì che questo Carnevale potesse essere realizzato.»
Martedì prossimo, il matrimonio tra Peppalacchio e Peppa avrà fine: Peppalacchio verrà arso al rogo e Peppa potrà piangere il suo amato. Fino al prossimo anno. Nel segno della nostra tradizione.
Stefano Colagiovanni












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