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Mondoreale > Blog > Politica > ROCCAGORGA, crisi politica: i motivi delle dimissioni di 3 ex consiglieri comunali
Politica

ROCCAGORGA, crisi politica: i motivi delle dimissioni di 3 ex consiglieri comunali

Ultimo aggiornamento: 11 Febbraio 2023 19:03
Simone Di Giulio Pubblicato 11 Febbraio 2023
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Una scelta difficile e sofferta, ma presa solo per il rispetto della comunità rocchigiana e il sacrosanto diritto di scegliere da chi farsi governare nei prossimi anni. Questa, in estrema sintesi, la posizione di Sante Tullio, Davide Cipolla e Fatima Nardacci, tre dei sette consiglieri comunali di Roccagorga che nei giorni scorsi hanno deciso di porre definitivamente fine alla consiliatura di Nancy Piccaro firmando da un notaio le dimissioni contestuali dalla carica assunta nel 2019. I tre hanno deciso di prendere la parola nel corso di una conferenza stampa organizzata oggi pomeriggio e, seppur da punti di vista differenti, hanno spiegato cosa li avrebbe spinti a compiere questa azione.

Secondo Sante Tullio la scelta sarebbe stata dettata dall’opportunità di evitare alla città un lungo commissariamento, che si sarebbe protratto fino alla primavera 2024 e che avrebbe impedito quella crescita e quelle prospettive che, spiegato in più passaggi dall’esponente del Partito democratico, la città deve cogliere. Bocciata su tutta la linea l’esperienza Piccaro, resa ancora più grave, sempre secondo il candidato sindaco del centrosinistra nel 2019, dall’ostinatezza con la quale l’ex primo cittadino non avrebbe preso atto di non avere più una maggioranza solida, ben prima dell’atto delle 7 firme dal notaio. Dello stesso avviso Davide Cipolla, che ha confermato come nella fasi del primo commissariamento, concluso con la riammissione del sindaco grazie alla sentenza del Tar, lo stesso primo cittadino non avrebbe mai posto le condizioni affinché si potesse ragionare anche di “larghe intese”. Lo stesso Cipolla ha confermato che, da civico, avrebbe ragionato seriamente su questa evenienza, ma non sarebbe stata concessa e non ce ne sarebbero state le condizioni di fattibilità.

Diversa, seppur con i medesimi risultati, la posizione di Fatima Nardacci. L’esponente di “Tradizione e Futuro”, mai formalmente uscita dalla maggioranza rispetto ai suoi colleghi Maurizio Fusco e Lubiana Restaini, ha sottolineato come i problemi si siano iniziati a palesare già nel corso dell’approvazione del Bilancio ad agosto 2021. In quella occasione, però, Fatima Nardacci (in quel momento facente le funzioni di presidente del consiglio comunale) restò in aula garantendo il numero legale alla massima assise cittadina, pur astenendosi dalla votazione. Una situazione che si è stancamente trascinata fino all’epilogo che tutti conosciamo: “Quello che mi sento di dire – ha spiegato la ex consigliere comunale di maggioranza – è che ad un certo punto non mi sono più sentita coinvolta nel progetto iniziale, perdendo fiducia nella leadership del sindaco”.

Agnese Ciotti

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