Un pomeriggio all’insegna dell’inclusione, della consapevolezza e del profondo senso di comunità quello che lo scorso sabato ha fatto da cornice all’inaugurazione della panchina Rainbow a Ferro di Cavallo.
L’iniziativa, promossa dall’attivista transgender Derek Marchetti, ha riscosso grandissimo successo tra i cittadini di Sezze, che hanno partecipato in gran numero al convegno sulla storia del movimento LBTQIA+ prima e al taglio del nastro subito dopo. Momenti di pura gioia e soddisfazione hanno accompagnato lo scartamento della panchina, che si è mostrata poi agli occhi degli spettatori in tutto il suo variopinto splendore.
Quella raffigurata sulla panchina, come hanno spiegato nel corso del convegno Derek Marchetti e i responsabili dell’associazione CollettivougualMente, è la versione più moderna e inclusiva delle bandiere arcobaleno, dette anche “bandiere della libertà”. Creata dal graphic designer Daniel Quasar nel 2018, questa bandiera contiene infatti all’interno, oltre alle bande colorate, una forma a mo’ di freccia che simboleggia la necessità di cambiamenti e progressi.
Dentro questa freccia troviamo il marrone ed il nero, che rappresentano le persone di colore LGBTQ+, in aggiunta al bianco e al rosa che rappresentano invece l’orgoglio transgender. Non è un caso, infatti, che quella appena inaugurata a Sezze sia la seconda panchina in tutta Italia dipinta con i colori della bandiera Rainbow Progress.
Un’autentica nota di merito va allora alla cittadina lepina e a tutta l’amministrazione comunale (diversi gli esponenti della maggioranza presenti all’evento) per aver avuto il coraggio di dare un segnale così significativo all’intera comunità locale, il coraggio di esporsi davvero a sostegno di una buona causa che, per quanto al giorno d’oggi non dovrebbe destare alcuno scalpore, purtroppo resta ancora una tematica divisiva agli occhi di molti. Emozionante anche il contributo apportato dai ragazzi dell’associazione e dalla psicologa Roberta Cassetti che, con grande professionalità e sensibilità, ha saputo far comprendere l’importanza di educare alla diversità. Il plauso più grande va però al giovane Derek, che con determinazione ha portato avanti quest’iniziativa fin dal primo momento, senza aver mai timore di metterci la faccia e senza accettare un no come risposta.
Questa storia a lieto fine, per quanto piccola e irrilevante possa sembrare, ci dice tanto su questa città. Ci dice che per una volta stiamo andando nella giusta direzione e la speranza, non solo per Derek Marchetti, per Tonino Porcelli che ha abilmente dipinto la panchina e per la giunta che ha approvato la delibera, ma per l’intera comunità setina, è che questa nuova coloratissima panchina non venga mai usurpata o danneggiata.
Che diventi invece un luogo in cui riunirsi, discutere, sensibilizzare, imparare e confrontarsi sui temi più disparati… o anche semplicemente sedersi, all’ombra, dopo una lunga passeggiata.
Francesca Leonoro



















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