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Lettura: ROMA, Yilmaz Orkan (UIKI) a Radio Roma: «I governi dovrebbero prendersela con Erdogan. Saranno giorni bui per le democrazie europee»
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Mondoreale > Blog > Attualità > ROMA, Yilmaz Orkan (UIKI) a Radio Roma: «I governi dovrebbero prendersela con Erdogan. Saranno giorni bui per le democrazie europee»
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ROMA, Yilmaz Orkan (UIKI) a Radio Roma: «I governi dovrebbero prendersela con Erdogan. Saranno giorni bui per le democrazie europee»

Ultimo aggiornamento: 5 Luglio 2022 10:00
Stefano Colagiovanni Pubblicato 6 Luglio 2022
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Yilmaz Orkan, responsabile dell’Ufficio di Comunicazione Kurdistan in Italia è intervenuto questa mattina a Primo Mattino, la trasmissione condotta da Andrea Candelaresi.

Orkan si è espresso sulle recenti decisioni prese nel vertice Nato di Madrid. La Svezia ha ceduto alle richieste del presidente turco Erdogan e la premier Andersson firmerà per l’estradizione di 33 cittadini kurdi in Turchia pur di far togliere il veto sull’ingresso nell’Alleanza Atlantica. Orkan così ha commentato: «Quella di Erdogan è una strategia dentro la Nato contro i kurdi. Usare tutti i paesi membri della Nato e le armi Nato contro i movimenti kurdi e il popolo kurdo e così massacrare. Hanno dato il via per massacrare i kurdi».

Ha poi continuato sulla questione dell’estradizione: «Quei gruppi hanno fatto una grande battaglia contro l’Isis e allora la Turchia ha fatto firmare a Finlandia e Svezia di non appoggiarli perché per loro tutti i kurdi sono terroristi. Noi in Turchia non abbiamo diritti, non possiamo neanche studiare con la nostra lingua madre. Tanti con l’accusa di terrorismo vengono incarcerati. Per questo molti sono fuggiti in Svezia. In parte sono deputati, sindaci, studenti, contadini e persone normali».

Ha infine concluso con una richiesta: «La Turchia non si fermerà, chiederà ad altri paesi Nato quello che ha chiesto a Svezia e Finlandia. Posso dire che i popoli amici ai kurdi, sia i partiti che i governi, dovrebbero prendere posizione contro Erdogan che usa la carta Nato contro i suoi interessi. I prossimi giorni saranno bui per noi e per le democrazie europee».

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