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Mondoreale > Blog > Sport > CALCIO ECCELLENZA, la Vis gioca la partita “perfetta” e piega Itri 2-1
Sport

CALCIO ECCELLENZA, la Vis gioca la partita “perfetta” e piega Itri 2-1

Ultimo aggiornamento: 10 Aprile 2022 17:40
Stefano Colagiovanni Pubblicato 11 Aprile 2022
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VIS SEZZE – ITRI CALCIO: 2-1
Vis Sezze (4-2-3-1): Paccariè, Franchin (37’ st Cecconi), Di Trapano, Valente, Marchetti, Compagno, Franchini (1’ st Palluzzi,), Consoli, Onorato, Loria, M. Mollo, (47’ D. Mollo).
A disp.: Tartara, Diaco, Rieti, Suprano, Zaccaria, Di Lenola.
All.: F. Di Vezza.
Itri Calcio (4-3-3): Starapoli, Dangio, De Vitis (1’ st Berisha), Saccaccio, Casaccio, Dagnese, Romani, Rocchino (46’ st Ialongo), Catasus (1’ st Fustolo), Valencia, Costanzo (21’ st Labarre).
A disp.: Pandelas, Assaiante, Freda, Messore, Soprano.
All.: M. Ardone.
Marcatori: 6’ pt Costanzo (I), 34’ st Valente (VS), 44’ st Loria (VS).
Arbitro: Benestante di Aprilia (Bosco di Roma 2 e Capece di Ciampino).
Ammoniti: 28’ pt De Vitis (I), 11’ st M. Mollo (VS), 14’ st Di Trapano (VS), 23’ st Saccaccio (I), 25’ st Rocchino (I), 32’ st Berisha (I), 33’ st Labarre (I), 38’ st Paccariè (VS).
Espulsi: -.
Note: -.
Recupero: 1’ pt, 5’ st.

Eccola la Primavera! È arrivata con qualche giorno di ritardo, a spazzare via quelle nubi così nere e gonfie di rabbia e delusione che ci hanno accompagnato in questo scorcio di fine stagione. La Vis supera l’Itri Calcio, attraversando una tempesta in cui ci si era infilata con noncuranza, senza sapere come e perché; facendosi del male, per poi rialzarsi immediatamente, per recuperare il tempo perso, faccia a faccia con spettri beffardi cacciati via con un ruggito che è il simbolo perfetto di una rinascita collettiva, di una liberazione del corpo, della mente e del cuore.

C’è Paccariè a guardia di porta, in una difesa costruita sulle spalle larghe di Di Trapano e Valente, impreziosita dai nove polmoni di Franchin (2003) e Marchetti (2001); Compagno e Franchini (2002) dirigono l’orchestra del centrocampo, pistoni infaticabili al servizio di Consoli (2002), Onorato e Loria, un passo dietro al gigante buono M. Mollo (2002).

Una sfida così importante, spesso, vale più di mezza stagione. E i leoni rossoblù ne sono ben consapevoli, così come sentono l’opprimente peso di un momento in cui tutto pare girare male. Onorato prova a incantare fin da subito con uno scatto dei suoi, ma è l’Itri a passare in vantaggio già al 6’ pt e lo fa nel modo più incredibile: Paccariè perde quell’attimo di concentrazione fatale e buca un’uscita semplicissima per un portiere del suo calibro, così Costanzo ne approfitta e, letale come un serpente in agguato, punisce i setini. Sono gli errori a renderci splendidamente imperfetti, ma saper rimediare conta più di qualsiasi mancanza.
La Vis non crolla, nemmeno per un istante, anzi ragiona, riparte e studia l’avversario, che fa affidamento sulla prorompente fisicità di Valencia e sulla spigolosa reattività di un centrocampo ben piazzato. E quando l’estremo difensore itrano Starapoli smanaccia in angolo un’incornata a botta sicura di Di Trapano, eccoli lì gli spettri affamati, a evocare maledizioni sconosciute.
Ogni episodio potrebbe rivelarsi propizio, ogni giocata l’invenzione necessaria: Onorato e Loria ci provano da calcio di punizione, mentre l’Itri resta guardinga, rassicurata da un vantaggio fortuito.
Ma il primo tempo scivola via con lentezza esasperante, perché all’orgoglio e al desiderio di riprenderci ciò che ci spetta, manca l’ardore dello spunto finale, la scintilla che può infiammare tutto.

Ad avvio ripresa, un Franchini da applausi lascia il posto a Palluzzi. Ed eccola la variante, la spavalderia dei coraggiosi. La Vis acquista nuova verve, perché bisogna andare oltre quel limite invalicabile, spegnere il grigio per colorare il mondo con i colori della rinascita.
I primi quindici minuti del secondo tempo rappresentano la quintessenza della volontà di un gruppo: alti, tosti, con Loria e Palluzzi al tiro più di una volta, ma senza fortuna, con i chilometri percorsi da Franchin, l’equilibrio ispiratore di Consoli e la tenacia di Compagno e M. Mollo.
Ma al 34’ st, arriva l’uomo che non ti aspetti: Valente corre alle spalle di tutti, si nasconde tra le ombre e corregge in rete il rimbalzo di una carambola desinata a scivolare mestamente sul fondo. È 1-1 e il mondo è più leggero. È il gol del pareggio forse più importante di questa stagione, perché non c’è quasi più tempo e lo segna un ragazzo che sta sempre lì, a testa alta, che non si scompone mai, che la Vis se la sente addosso, dentro, dappertutto.
Ora mancano dieci minuti, un battito di ciglia, un’eternità. L’Itri non c’è più, mai uscita dagli spogliatoi e niente fa paura, tranne la possibilità di arrendersi sul più bello. Senza rimpianti, dicevamo. E, allora, forza, cavalcando il vento, carambolando per la pressione e la fretta, anche senza logica, solo col cuore. Ma la testa c’è e si vede e, soprattutto, quella sensazione elettrica nel petto, il profumo della Primavera.
È il 44’ st, M. Mollo si avventa in tuffo su un cross perfetto di Compagno, Starapoli respinge a mani aperte, ma Loria è lì, fermo, in attesa, con quel piattone che fa cadere un bastione e ruggisce di gioia.
Da lì al triplice fischio finale, si potrebbe anche evitare di menzionare altre due colossali occasioni divorate, ma la conclusione perfetta sta tutta nella corsa di Compagno che rizolla mezzo campo palla al piede, fino a proteggere la vittoria contro la bandierina, per poi lasciarla scivolare, stremato, oltre la linea di fondo.

La Vis vince, finalmente e meritatamente, grazie a una prova collettiva sontuosa; ha vinto perché non ha mai smesso di crederci, ha vinto al fianco dei suoi tifosi, ha vinto contro ogni malaugurio, ha vinto col sorriso e senza più un briciolo di energie.
A 43 punti è fuori dalla zona play-out e può preparare la sfida in trasferta contro il Colleferro con maggior serenità. Mancano due partite, la strada è ancora lunga. Ma la Primavera ha cacciato via l’inverno.

Stefano Colagiovanni



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