“Si raduni al più presto la Consulta Cittadina della Scuola e si
estenda la partecipazione anche alle rappresentanze delle scuole
secondarie di secondo grado. Bisogna al più presto adottare, di
concerto, un percorso condiviso che accolga le istanze dì tutti i
soggetti della scuola e che possa proporre una via differente. Una via
che garantisca una vita sicura ai ragazzi. In protezione dal virus,
certo, ma che non intacchi ulteriormente la loro socialità”. Sono
queste le parole, riferite per mezzo di una nota, del Consigliere di
LBC Gianmarco Proietti.
L’ex Assessore di Latina – tra le altre alla Pubblica Istruzione – ha
cercato di fare chiarezza sul tema delle scuole, in qualità di
Consigliere ed in qualità di docente che sta vivendo in prima persona
le vicissitudini che gli operatori scolastici stanno vivendo in queste
ore: “Dobbiamo insieme ritrovare un’alleanza del mondo adulto per
studiare e proporre una via percorribile per i giovani, la cui vita
relazionale è sempre più sacrificata”. Un problema legato sì alla
pandemia, ma non solo. In tal senso, Proietti prosegue: “Le cause di
questi problemi non sono legate solo alle DAD, ma sono da
rintracciarsi in una serie di motivi gestionali, che fino ad ora non
ha fatto altro che alimentare un muro contro muro tra dirigenti ed
istituzioni. Ora più che mai, invece, il rapporto tra le parti
dovrebbe essere cooperativo ed orientato al bene comune. Al bene dei
ragazzi, dai quali abbiamo preteso un cambiamento ontologico del loro
essere giovani, sicuramente per salvarli dal contagio, chiaro, ma
sacrificando la relazione, che rappresenta la centralità del nostro
essere umani”.
“La situazione è complicata per tutti. I dirigenti Scolastici vengono
sovraccaricati di responsabilità amministrative e sono chiamati a
rispondere alle note dei vari Ministeri. Questo, purtroppo, può far
perdere di vista la realtà e quindi le esigenze dei bambini e bambine,
delle ragazze e dei ragazzi. Lo stesso vale per gli operatori della
ASL che, determinati e attenti a prevenire il contagio, prendono
scelte dolorose e sofferte che risentono sulla vita degli studenti e
delle studentesse. Senza dimenticare, poi, i genitori. Chi non è più
in smartworking spesso è costretto a ridursi lo stipendio o, peggio, a
perdere il lavoro per restare a casa con i figli in DAD. In questo
quadro tutti stanno patendo. Ora solo insieme possiamo ricostruire”.




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