Unità di intenti tra Comune, istituzioni coinvolte, medici di base e responsabili delle forze dell’ordine e delle associazioni di volontari. E’ questo, in estrema sintesi, il risultato che si è raggiunto al termine di un incontro organizzato nel pomeriggio dall’amministrazione comunale e utile, da una parte, a fare il punto sulla situazione dell’emergenza epidemiologica a Sezze, dall’altra per evitare inutili ed infruttifere perdite di tempo qualora la situazione dovesse peggiorare, con i dati nazionali che sotto questo punto di vista non sono così incoraggianti. Sindaco, presidente del consiglio comunale, alcuni amministratori, medici di base e responsabili delle associazioni di Protezione Civile oltre, naturalmente, al Comandante della Polizia Locale di Sezze, hanno ragionato sulle difficoltà riscontrate soprattutto nel primo lockdown della primavera 2020, cercando di non farsi trovare impreparati da una nuova situazione di emergenza.
Proprio per avere dei dati statistici sui quali iniziare a muoversi, il comandante Lidano Caldarozzi ha preparato e presentato ai presenti un dettagliato report sulla situazione in città nell’ultimo mese. Dai numeri emersi Sezze può considerarsi in una situazione tutto sommato nella norma, ma con la consapevolezza di dover essere monitorata con attenzione: dal 20 ottobre a ieri, infatti, i nuovi casi di positività sono stati 122 (lo 0,45% della popolazione), 49 uomini e 73 donne. Il dato che emerge è che la fascia di età maggiormente colpita dai nuovi contagi è quella dei 40enni, con ben 30 soggetti nati tra il 1971 e il 1980 ad aver contratto il virus, mentre è altrettanto interessante scoprire quale sia l’area geografica maggiormente colpita, quella dello scalo con 64 casi, seguita da Suso con 38 e da Sezze centro con 20. Solleva, infine, sapere che non ci sono stati decessi (con Sezze che da inizio pandemia ne ha registrati 35 in totale), che i guariti sono stati 60 e che il virus non ha colpito residenze per anziani. L’incontro si è concluso con l’obiettivo di restare attenti ai dati del contagio, monitorarli quanto più possibile e con frequenza maggiore, ma anche operare affinché si rispettino le norme, si lavori per promuovere la campagna vaccinale, si faccia attenzione alle piccole comunità e, infine, si facciano rispettare soprattutto le procedure di isolamento, di concerto con l’Azienda Sanitaria.




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