Si è inaugurata al museo Archeologico di Sezze la mostra In nome di Dante. La rassegna, aperta fino al 16 ottobre, presenta un coro di voci di artisti contemporanei che rileggono il capolavoro dantesco alla luce del XXI secolo. Il percorso è articolato in tre sale espositive.
In ogni sezione si confrontano scene tratte dall’inferno, dal purgatorio e dal paradiso. Si inizia nella sala degli Amorini con La selva oscura, un monocromo impastato di sabbia di Marco Diaco e si prosegue con Il muro di fuoco(purgatorio canto XXVII), di forte impronta cromatica di Beatrice Palazzetti.
La Firenze di Dante è ben rappresentata in tutta la sua poesia da Pino Spagnuolo così come a scoprire il cosmo di Dante ci aiuta Felixandro. Se Angela Scappaticci riprende un verso della preghiera alla vergine di San Bernardo “o somma luce che tanto ti levi”, Paolo Derbio si sofferma con un dipinto a tecnica mista sul canto XXV del purgatorio “a lo specchio vostra image”. Maurizio Lupo con un notturno marino, ricco di vibrazioni cromatiche ,ci invita a leggere il canto I del purgatorio e Anna Maria Tessaro il canto XXVI, sempre del purgatorio, dedicato a Ulisse. L’angelo alla porta del paradiso, scultura in ceramica raky di Maria Felice Petyx ci porta nella sala dell’Ercole dove sono esposti disegni e tecniche miste. Da Beatrice di Nuccia Amato Mocchi, vestita di nobilissimo colore a Beatrice di Giuseppina Campagna, “donna m’apparve sotto verde manto”. Da controcanto Beatrice di Renato Guttuso e Beatrice svelata di Rosita Sfischio di ispirazione classica. Maurilio Cucinotta riporta in primo piano La battaglia di Campaldino e Giovanni Fisco le voci dei dannati.
L’ultima sezione, la sala del Mosaico, si apre con “la bufera infernal che mai non resta “, tecnica mista di Giovanna Gallo e due tavole di Cecilia Bossi su Caronte e Cerbero. E se Stefano Sorrentino ripercorre la Divina Commedia con il suo inconfondibile stile di versi narranti, Susy Senzacqua si sofferma, invece, con un delicato pastello sugli spiriti evanescenti. A coinvolgere lo spettatore Caronte Express di Paul De Haan di bruciante attualità, Tra i dannati di Paolo Cannucciari, una folla di volti sovrapposti e L’amor che muove il sole e le altre stelle di Anna Salvati. La mostra si chiude con la preghiera alla vergine di San Bernardo di Maria Ceccarelli, in arte MAC, di ispirazione gotica e di Antonio Galeazzi, in arte Agal, di eleganza pittorica e compositiva.




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