Avevano ottenuto il permesso per costruire un capannone agricolo, ma in realtà dietro il cancello era sorta una villa di quasi 500 metri quadrati, composta da due unità immobiliari con annessa piscina ed altri manufatti di pertinenza. Una vera e propria residenza a 4 stelle che però non aveva alcun titolo ad essere realizzata. A finire nei guai per quello che si configura come reato di lottizzazione abusiva due donne, rispettivamente moglie e figlia (classe 1967 la prima, classe 1992 la seconda) di un noto imprenditore edile setino. Le due risultano indagate dopo le risultanze degli inquirenti, che hanno portato al sequestro, ieri mattina, eseguito dal Nipaaf su decreto emesso dal Gip Giuseppe Cario su richiesta del pubblico ministero Miliano sul terreno agricolo di 12.000 metri quadri che insiste su via del Murillo e per il quale, nel 2013, fu chiesto ed ottenuto il permesso a costruire.
Quello che si ottenne dal Comune, però, era il permesso a realizzare un capannone che avrebbe dovuto servire per finalità agricole, mentre quello che è stato realizzato va ben oltre le richieste avanzate e i permessi ottenuti. Dai rilievi del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Latina si delinea una situazione dalla quale si evince che sarebbe anche presente una relazione che parlerebbe di un capannone di 280 metri quadrati utilizzabile per la lavorazione dei prodotti agricoli. Ma dello stesso capannone non v’è traccia, mentre dopo il vialetto di ingresso appare una mega villa composta da due unità abitative, con annesse piscina e manufatti di pertinenza. Gli stessi operatori hanno fatto notare come per la costruzione di un edificio del genere, al di là della destinazione d’uso che non è stata nemmeno cambiata, sarebbe servito uno spazio di circa 30mila metri quadri, non i poco più di 12 in realtà presenti.
Gli inquirenti hanno ritenuto opportuno sequestrare l’immobile anche in relazione alla portata dei reati commessi. Da una parte l’impossibilità di condonare quanto costruito perché le opere non sono conformi allo strumento urbanistico e quindi continuano ad avere un forte impatto sullo stesso, che dovrebbe essere adibito ad agricolo. D’altro canto, hanno sottolineato gli inquirenti, stona anche la mancata adozione da parte del Comune di Sezze di un provvedimento sanzionatorio finalizzato alla rimozione delle opere abusive, non avendo emesso ordinanza che disponesse la demolizione.






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