Rigenerazione urbana? Difficile considerare tali gli oltre 50.000 metri cubi di nuova edificazione che il consiglio comunale ha deciso di realizzare nell’area della ex Mistral. A lanciare l’allarme, dopo il consiglio che ha proceduto all’approvazione del progetto, è stato Emanuele Agostini, esponente del gruppo “Sermoneta Protagonista – Nuove Idee Civiche”. Lo stesso consigliere di maggioranza ha precisato, prima di entrare nel merito, come la questione fosse stata affrontata in commissione Urbanistica, ma che la stessa riunione sarebbe durata pochi minuti e senza altro confronto, né tecnico, né istituzionale, né con la popolazione, prima dell’approdo in consiglio e dei voti favorevoli, tra gli altri, degli esponenti delle minoranze Torelli e Centra del gruppo “Aprile sindaco”. Una decisione, quella del consiglio, spinta dalla necessità di farlo perché il progetto è tecnicamente una variante urbanistica rispetto ai piani preesistenti e agli indirizzi dati precedentemente dallo stesso consiglio:
“L’area – ha spiegato Agostini – doveva diventare lo snodo dei servizi per il territorio e la città e invece diventa un nuovo agglomerato urbano. Ho avuto modo, inascoltato, di sollecitare un confronto maggiore e di sollevare diverse obiezioni. Tra queste quella che l’area ex Mistral era stata indicata come centro dei servizi per la comunità e invece diventa un nuovo nucleo per abitazioni, per centinaia di nuove residenze. Questo senza uno studio sul traffico, la viabilità, la sufficienza dei servizi primari: depurazione, fogne, rete idrica. In secondo luogo – ha proseguito Agostini – ho fatto notare come l’adozione di un piano di rigenerazione avvenga senza un indirizzo dell’amministrazione, in variante alle previsioni precedenti e senza nessuna tutela, in futuro, per proposte simili”. Agostini si è anche chiesto se sia prevista la cessione di circa due ettari di terreno al Comune e la realizzazione di parcheggi e un’area verde, come prevede la legge che obbliga a realizzare gli standard minimi di verde e parcheggi, ma anche che ne sarà degli interventi sul fosso del Torno: “Una variante che non prevede quel rilevante interesse pubblico che pure la legge regionale individua come prioritario. Sono stato l’unico a votare contro la sua adozione, non per partito preso, ma nella convinzione che la rigenerazione urbana sia un’occasione unica e seria”.




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