Il comunicato di Giorgio Libralato riguardo i 50 anni della discarica di Borgo Montello.
In un paese normale, umano, civile non dovrebbero esistere le discariche, i TMB, gli inceneritori perché i rifiuti non dovrebbero esistere se non in misura ridotta, solo con prodotti riusabili, riciclabili (quindi non si tratterebbe di rifiuti).
Chi pensa sia una questione ambientale non ha capito nulla della storia, dell’economia, della società, lavorativa e occupazionale. In un paese normale gli impianti per rifiuti non inquinano oppure vengono adottati i migliori accorgimenti per ridurne l’impatto, quindi puzze, inquinamento del terreno, dell’aria e delle falde. Gli interessi e il bene pubblico o comune dovrebbero prevalere su quello privato o di parte. I rappresentanti delle Istituzioni privilegiano le opere sociali, di tutela della sicurezza, della salute pubblica respingendo i progetti di dubbio interesse oppure non regolari.
Secondo alcune fonti la discarica di Borgo Montello ha iniziato la sua attività di disastro ambientale l’11 agosto 1971, cinquanta anni fa o se preferite da mezzo secolo. I danni e l’inquinamento sono stati accertati, controllati, certificati, registrati, consolidati da quasi 20 anni. La commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e delle ecomafie ha ripercorso in modo egregio la storia della discarica di Borgo Montello con un documento approvato all’unanimità il 20 dicembre 2017.
Il processo in corso da quasi 15 anni con il rinvio a giudizio di 7 anni fa non si riesce a celebrarlo. Nessuna Istituzione ha ricordato, forse per pudore, questo primato vergognoso. Primato che per cinquant’anni si è cercato di ignorare o di nascondere, insieme alla inchieste, ai processi, ai mancati rinvii a giudizio o mancati processi, alle condanne ai sequestri.
Il documento della commissione bicamerale d’inchiesta dovrebbe essere studiato a scuola, nelle istituzioni, dovrebbe essere conosciuto da chiunque intende candidarsi a qualsiasi livello non fosse altre che per non ripetere gli errori di mezzo secolo. Ma non è bastato al comune di Latina e agli Enti Territoriali e Istituzioni a mantenere fede ad alcuni obblighi ed impegni: 1. ridare dignità al territorio. 2. bonificare. 3. risarcire i cittadini e i danneggiati che non potranno mai vedere il rimborso dei danni morali, biologici ed economici. 4. chiedere scusa a questi cittadini per il ritardo.




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