La decisione di Ernesto Carlo Di Pastina di dimettersi da presidente della commissione consiliare permanente “Gestione delle Risorse e Programmazione” (la commissione Bilancio) e da vicepresidente della commissione “Cultura, Politiche Scolastiche e Sport” fa tornare di estrema attualità un nodo che in pratica l’amministrazione comunale si trova a dover sciogliere da inizio mandato, ma che aveva iniziato a creare perplessità quando due componenti della maggioranza avevano aderito ai gruppi di opposizione, Giovanni Bernasconi nell’estate 2019, Mauro Calvano nel 2020. La questione, in diverse occasioni sollevata dalle componenti della minoranza consiliare, finora non è stata mai presa in considerazione dalla maggioranza. Il nodo iniziale riguarda la composizione delle stesse commissioni consiliari permanenti, che in alcuni casi rispetto al classico 3-2 (3 componenti appannaggio della maggioranza, 2 in rappresentanza delle opposizioni) prevede un 4-1 figlio della situazione che si trovò ad affrontare il consiglio dopo la vittoria di Andrea Campoli nel 2012.
Quel 70% di preferenze per il sindaco uscente e l’applicazione del cosiddetto “Metodo D’Hondt” costrinse il consiglio a modificare il regolamento sulla composizione delle commissioni consiliari, considerato che le minoranze erano rappresentate soltanto dal compianto Lidano Zarra e da Antonio Piccolo che, quindi, avrebbero dovuto partecipare a tutte le commissioni stesse. La vittoria più striminzita di Di Raimo nel 2017 avrebbe, quindi, potuto sancire i presupposti per una revisione di quel regolamento, con 5 esponenti sui banchi delle minoranze, ma la situazione è rimasta immutata. Con il passare dei mesi, però, le minoranze hanno iniziato a spingere per una verifica delle commissioni consiliari e la questione è diventata seria quando Bernasconi e Calvano (quest’ultimo, oltretutto, presidente della Servizi Sociali) hanno lasciato il loro ruolo in maggioranza e sono passati dall’altra parte. Anche in quel caso, però, oltre alle richieste delle minoranze di rivedere radicalmente le composizioni, togliendo magari membri effettivi da membri aggregati e ragionando sull’opportunità della presenza di tutti in tutte le commissioni, chiaramente con un voto ponderato rispetto al proprio gruppo politico di appartenenza, mosse concrete non sono state fatte. Lo stesso presidente del consiglio comunale, Enzo Eramo, in diverse occasioni aveva sottolineato la necessità di rivedere il regolamento, ferma restando la sua richiesta che ad occuparsene fossero le forze politiche presenti in consiglio.
La questione, comunque, come nelle altre occasioni, non è stata affrontata, ma adesso diventa impellente prendere atto che così non si arriva a fine mandato, speranza evidentemente di molti. Il vero problema ora diventa proprio la commissione Bilancio e le dimissioni del suo presidente. Se non bastasse il fatto che il vicepresidente è Bernasconi (anch’egli componente di minoranza), forse ora qualcuno si accorgerà che dei 5 membri della stessa commissione (propedeutica all’approvazione dei Bilanci del Comune), 3 (Bernasconi, Moraldo e Contento) sono di minoranza, mentre 2 sono ancora della maggioranza, Polidoro e Di Pastina, con quest’ultimo che ha lanciato un chiarissimo segnale.




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