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Lettura: MINTURNO, dischetti sulle spiagge: ipotesi di “disastro ambientale”
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Mondoreale > Blog > Attualità > MINTURNO, dischetti sulle spiagge: ipotesi di “disastro ambientale”
Attualità

MINTURNO, dischetti sulle spiagge: ipotesi di “disastro ambientale”

Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio 2021 13:38
Maria Giuseppina Campagna Pubblicato 22 Febbraio 2021
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La vicenda che aveva caratterizzato le cronache di circa due anni fa torna di attualità grazie al processo di cui dà riscontro il presidente di Legambiente Sud Pontino Dino Zonfrillo, spiegando come a seguito del malfunzionamento di quel depuratore, nel processo in corso gli imputati potrebbero addirittura dover rispondere di disastro ambientale.

“Ora si fa più complessa la posizione degli imputati al processo per i dischetti di plastica finiti in mare per un malfunzionamento del depuratore di Capaccio. Per i giudici del Tribunale di Salerno essi dovranno rispondere oltre del reato di Inquinamento Ambientale anche a quello di Disastro Ambientale. – riferisce Dino Zonfrillo Presidente di Legambiente Sud Pontino – “ A seguito delle ultime udienze del 15 e 16 febbraio, che vedono imputate sette persone, tra funzionari del Comune di Capaccio e tecnici della società di gestione del depuratore, accusate di aver causato, per negligenza, uno dei più gravi disastri ambientali degli ultimi anni avvenuti nel Mediterraneo, il tribunale ha aggiunto questa ulteriore ipotesi di reato”.

“L’episodio, avvenuto due anni fa, riportato per mesi da fonti giornalistiche nazionali ed estere, fu provocato da 13 milioni di dischetti di plastica utilizzati nel depuratore di Capaccio nell’ultima fase del trattamento delle acque reflue, che, finiti in mare e sospinti dai venti e maree, si riversarono sulle spiagge in Italia, Francia, Spagna e persino in Tunisia” – ricorda l’esponente ambientalista che segue con attenzione le varie fasi dibattimentali in quanto testimone del primo ritrovamento sulle spiagge di Minturno ed autore della prima denuncia alla Guardia Costiera, acquisita agli atti del processo, che fece partire le indagini che accesero i riflettori sul grave episodio. Seguirono altre denunce e le bonifiche sulle spiagge fatta dagli ambientalisti per evitare ulteriori danni a tartarughe e delfini morti a centinaia per aver ingerito i dischetti.

“Qualora fossero accertate le loro responsabilità per il reato di Disastro Ambientale, gli imputati rischiano una condanna fino a quindici anni di reclusione – aggiunge Zonfrillo – , precisando che Legambiente Onlus, WWF Italia, Confconsumatori APS Latina, Codacons Campania, Comune di Formia e Comune di Latina si sono costituiti in giudizio rispettivamente con gli avvocati Giuseppe Giarletta, Andrea Franco, Lorenzo Montecuollo, Matteo Marchetti, Domenico Di Russo, Anna Caterina Egeo. Assenti per loro scelta altri comuni del litorale Laziale quale quello di Minturno che era stato il luogo dei primi avvistamenti. I giudici del Tribunale di Salerno hanno fissate altre due date per le udienze. Il 24 maggio e 7 giugno – annuncia Legambiente – e una terza data, 31 Marzo, per uno degli imputati il cui legale, per il suo assistito, ha fatto accesso al rito abbreviato.”

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