Da qualche settimana, Sezze respira grazie a improvvise e inattese boccate d’arte. Il merito è di alcuni artisti setini – non ancora usciti del tutto allo scoperto, dato che le loro identità sono tenute nascoste a labbra strette da pochi altri compaesani – che, affidandosi alle loro indiscusse abilità artistiche e all’onda lunga dell’ispirazione, stanno tentando di tenere alto il morale del paese con composizioni grafiche e testuali, originali e toccanti. Unico indizio, quel “AAA – Affissioni Anonime Artistiche”, che dice poco ma, in realtà, svela tutto ciò che ci serve sapere.
Tutta Sezze sta assistendo a un exploit di “pillole d’arte pensate per il nostro benessere” – così recita uno dei manifesti affissi -, nel pieno di un momento storico in cui tutti noi abbiamo bisogno di bellezza, calore e libertà. Il mondo dell’arte è uno dei settori più debilitato dall’emergenza sanitaria, ed è proprio da quel mondo pulsante di fantasia e sogno che arriva un gesto di calore umano, che ha scosso l’anima del paese, grazie a opere spontanee affisse per le strade del centro storico, imitando con successo lo stile della street-art, maggiormente conosciuto in contesti metropolitani e coltivato come un credo negli ambienti underground.
Arte ed emozione rappresentato le due facce della stessa medaglia, e questo gruppo di artisti locali sta spingendo l’intera comunità setina a riflettere su come l’arte può esser considerata uno tra i più utili ed efficaci antidepressivi a nostra disposizione. Rinunciando perfino a una fetta di notorietà o, per lo meno, continuando a partecipare come protagonisti a un gioco sincero e affascinante, una specie di esperimento sociale che stuzzica l’attenzione e la curiosità di una comunità annoiata e costretta al malumore da un periodo così complesso, da cancellare dalla nostra quotidianità ogni riflesso di luce e colore.
«Cos’è che non mi piace di questo baraccone? Sarà che dentro è triste e starne fuori è una prigione», cantano gli Afterhours. Un pensiero che ben si sposa con l’iniziativa di questi artisti intrepidi e misteriosi. Che hanno capito e professano il valore dell’arte come strumento di rinascita e sopravvivenza civica. Inafferrabile e senza compromessi.
Valerio Vittori
Stefano Colagiovanni






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