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ROCCAGORGA, in consiglio divampa la polemica dopo la bocciatura di una mozione delle minoranze per arginare l’emergenza sanitaria

Ultimo aggiornamento: 28 Novembre 2020 19:19
Simone Di Giulio Pubblicato 28 Novembre 2020
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Consiglio comunale particolarmente animato e poco seguito ieri sera a Roccagorga. A rendere la seduta molto accesa lo scontro scatenato dalla mozione sulle “Misure urgenti e straordinarie in materia di contenimento e gestione dell’emergenza Coronavirus” presentata dal gruppo consiliare Uniti per Roccagorga e illustrata da Gianluca Frateschi. Sostanzialmente l’opposizione ha chiesto al sindaco e alla maggioranza l’intensificazione delle misure di controllo e monitoraggio con l’attivazione dei tamponi rapidi nelle farmacie, così come da direttiva regionale già applicata nei Comuni limitrofi, un maggiore confronto con i medici di base, la somministrazione gratuita dei tamponi agli over 65, riconsiderando il ruolo territoriale delle farmacie comunali come presidi nella funzione sociale.

La risposta della Piccaro è partita con un ringraziamento, facendo presagire per i primi 30 secondi la chiusura di un accordo doveroso tra le forze di governo, per poi disincantare tutti con un “Già fatto”, definendo ironicamente tempestiva la mozione in quanto tutte le misure richieste sarebbero in essere dallo scorso marzo. Un “Già fatto” che, unito poi all’accusa di “strumentalizzazione” dell’emergenza per attacchi politico-personalistici, ha richiamato alla memoria parole e atteggiamenti dell’ex sindaco Bevilacqua. Secondo la Piccaro, i servizi ai cittadini in quarantena o in stato di positività sarebbero stati puntuali e continui, persino nel periodo estivo, quando la situazione sembrava più distesa. Per spiegare le sue scelte lo stesso sindaco è ricorso a pretesti, o motivazioni se preferite, legate alle procedure di tracciabilità, alla mancanza di personale specializzato, all’inutilità di sottoporre a screening volontario gli over 65 poiché l’anagrafica del virus riguarda molte differenti generazioni. Sempre la Piccaro non ha dimenticato di rimarcare che l’abilità gestionale dell’emergenza a Roccagorga è stata praticamente modello per azioni varie di altri paesi, città, della stessa regione, rimandando il dovere del monitoraggio alla Asl (probabilmente perché troppo presa a seguire i suoi cittadini uno per uno al telefono ogni giorno, quindi disattenta alle ultime direttive regionali).

Confermati, inoltre, gli accordi con i sindaci lepini per la richiesta di una USCA territoriale, così come è arrivata la conferma che ogni giorno c’è un costante confronto con i medici di base, i farmacisti e gli altri attori interessati, tramite una chat di Whattsapp: “E’ stato già fatto tutto e bene – ha spiegato il sindaco – perché la Sanità è la mia materia, come dimostrato nelle tante campagne di screening a mia firma”. Critiche, di contro, sono piovute dalle opposizioni, che hanno sottolineato una evidente incapacità di leggere i numeri, oltre 80 contagi, 3 morti, uno dei primi Comuni in provincia per indice di contagio. Forse i numeri e non le strumentalizzazioni di cui paradossalmente accusa,  dimostrano che qualcosa non ha funzionato a Roccagorga nella gestione dell’emergenza. La sensazione post consiglio è che raramente la maggioranza tiene in considerazione le offerte di collaborazione da parte delle opposizioni su proposte serie. La mozione, quindi, è stata respinta con 4 voti a favore e 7 contrari.  E tolti i proclami via Facebook non si comprende come si andrà avanti nell’emergenza a Roccagorga, perché nessun impegno formale è stato sottoscritto. E il commento del capogruppo del Pd, Sante Tullio, dopo la decisione della maggioranza non lascia spazio a dubbi: “Questo paese non ti ricordera’ come un buon sindaco“.

Agnese Ciotti

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