«Ai miei tempi dovevo correre, conquistarmi le punizioni e cercare di fare gol, oggi con il Covid-19 le cose sono più complesse per i giovani calciatori, dobbiamo rispettare tantissime regole ma lo facciamo con piacere perché lo sport deve essere uno svago».
Roberto Simonetta, 55 anni, il 7 marzo 1982 debuttò con la maglia del Genoa sul campo dell’Udinese, poi la sua carriera è stata esaltante con tante soddisfazioni e con un infortunio che gli ha pregiudicato di fare il grande salto. Oggi insieme a Fabio Boschi e ad altri tecnici, gestisce il settore giovanile dell’R11 Simonetta, la scuola di calcio di Latina.
«Abbiamo due campi da gioco a undici, uno dei quali lo stiamo facendo diventare completamente d’erba, poi ci sono due campi in erba sintetica che quest’estate abbiamo finito di sistemare, è una bella struttura che ha tanti spazi e può essere ampliata. Qui c’è molto spazio, possono allenarsi più squadre, è molto dispersivo e ci si può allenare molto bene: chiediamo ai genitori di misurare la febbre anche a casa prima di venire all’allenamento, chi arriva qui è in sicurezza, abbiamo molti controlli, il primo è quello all’ingresso con il controllo della temperatura, se qualcuno manca agli allenamenti devono portarci il certificato medico, siamo un po’ rigidi ma i genitori capiranno. In questa fase si può fare solo tecnica individuale, ai ragazzi però manca la partita e io sinceramente li capisco ma dobbiamo adeguarci, riusciamo a farli comunque divertire in tanti modi con un po’ di tecnica e così vanno via soddisfatto», ha spiegato Simonetta.
Il mondo dei giovani di oggi è molto cambiato rispetto a qualche decennio fa. «Sicuramente è più semplice giocare che gestire i giocatori anche perché in questo nostro caso i giovani calciatori hanno mille sfaccettature e va interpretata anche la testa del ragazzo per cercare poi di dare anche un minimo di educazione sportiva in quelle due orette che trascorrono con noi al campo di allenamento, poi per le altre 22 ore tutto è nelle mani dei loro genitori. Qui il presidente è Pasquali Davoli, poi io e Fabio Boschi siamo i responsabili di tutto il settore giovanile, con noi ci sono altri soci come Bozza, Baratella, Migliori e Ottocento, questi sono un po’ gli artefici di tutto questo progetto».
Simonetta sposta poi l’attenzione sul ruolo dei coach che operano all’R11. «Abbiamo tecnici molto preparati che stanno lavorando bene, poi anche noi abbiamo sempre qualcosa da imparare anche noi e lo facciamo con grande umiltà abbiamo anche il piacere di avere tra noi anche Giovanni Cervone, con lui ho giocato nel Genoa, c’era stima e amicizia, poi ci siamo ritrovati a Latina d’estate e gli ho lanciato la proposta di venire a darci una mano, è un contesto molto buono e lui non ci ha pensato due volte ad accettare: è un professionista numero uno in assoluto, sta facendo un buon lavoro e i ragazzi possono essere orgogliosi di essere allenati da uno come lui».




Devi effettuare l'accesso per postare un commento.