Vis Sezze – Sora Calcio 1907 0-0
Vis Sezze (3-5-2): Caruso, Di Trapano, Lauri, Valente, Marchetti, Consoli, Giannone, Battistini, Tagliaferri, Loria (38’ pt Contarino), Bono (11’ pt Campoli).
A disp.: Paccarié, Aversa, Chinaglia, Reginaldi, Agostini, Cece, De Angelis.
All. F. Catanzani.
Sora Calcio 1907 (4-4-3): D’Auria, Iannuzzi, Marotta, Velotti, Orientale, Conteh, Meledandri (40’ st Di Paolo), Meola, Spalvieri (10’ st Tullio), Chorinho, De Carolis (27’ st Seckhan).
A disp.: Tomei, Bucciarelli, Martinelli, Gori, Mandara, Camastro.
All: A. Ciardi.
Arbitro: Iudicone (Formia); (Passeri di Roma 1 e Angelico di Aprilia)
Ammoniti: 12’ pt Loria (VS), 45’ pt Campoli (VS), 19’ st Iannuzzi (S), 20’ st Velotti (S), 22’ st Tagliaferri (VS), 43’ st Valente (VS)
Recupero: 1’ pt, 3’ st
Dopo le due vittorie nelle prime due giornate di campionato, sono bastati novanta minuti alla Vis Sezze per acquisire la consapevolezza di poter vantare una rosa di tutto rispetto. Novanta minuti senza gol, ma giocati con inscalfibile concentrazione, spirito di sacrificio e, sì, ambizione.
Per fronteggiare il Sora, mister Catanzani rimodella lo scacchiere iniziale, costretto anche da alcune defezioni di livello: Caruso sempre tra i pali, protetto da una difesa a tre, con Lauri in zona centrale, affiancato da Di Trapano a destra e Valente a sinistra; centrocampo folto, che fa perno su Giannone in cabina di regia, con Battistini e Consoli interni e Tagliaferri e Marchetti esterni, liberi di agire come tornanti; attacco a due, con Loria e Bono pronti a sgomitare.
Se in panchina la Vis conta ben otto giovani di Lega, in aggiunta a Paccarié, la pioggia torrenziale che si è abbattuta dalle prime ore del mattino sul “Tasciotti” ha appesantito notevolmente il terreno di gioco, limitando per certi versi le architetture di entrambe le formazioni.
Il Sora prova a colpire da fuori al 7’ pt con Conteh, ma la sua conclusione viene deviata sul fondo da un compagno.
All’11’ pt la Vis deve rinunciare a Bono, che si fa male in uno scontro di gioco, sostituito dal classe 2003 Campoli.
Loria, dal canto suo non è tipo che si lascia scoraggiare e al 19’ pt semina il panico sulla trequarti e serve Marchetti con un filtrante, ma l’estremo difensore bianconero D’Auria è bravo in uscita a coprirgli lo specchio della porta.
I leoni rossoblù mettono in campo tanto agonismo e, nonostante una prova generale più che positiva, sono i più giovani a strappare applausi accorati: tra questi ci sono Consoli (2002) e proprio Campoli, autori di una partita di gran sacrificio e sagacia tattica. Così come Marchetti, un 2001 con la mentalità e l’abnegazione di un veterano.
Dopo che De Carolis prova a scuotere i suoi con una rasoiata da fuori, che Caruso scansa intelligentemente in angolo, la Vis è costretta a fare di nuovo i conti con la sfortuna e perde uno dei suoi pilastri: Loria deve uscire per infortunio, sostituito da un altro 2003, Contarino, che non ha di certo il passo e la verve del “Tornado” rossoblù, ma anche a lui vanno tutti gli applausi per una prestazione col cuore in mano.
La ripresa si apre con un sussulto: al 4’ st, dopo un’azione un pò movimentata nata da calcio d’angolo, Consoli calcia dal cuore dell’area, ma la difesa del Sora chiude in extremis.
Al 18’ st ancora Consoli e Marchetti duettano tra loro, con il terzino rossoblù che si divora la fascia vicina alla tribuna del “Tasciotti”, per lasciar partire un cross molto ben calibrato, ma bloccato in uscita da D’Auria.
Con il passare dei minuti, la pioggia cresce di intensità e le due squadre commettono molti più errori in fase di costruzione; nonostante il gran dispendio di energie, la difesa della Vis regge con lucidità alle avanzate bianconere. Memorabili le prestazioni della retroguardia e di un Giannone sugli scudi, protagonista di una gara psicologicamente fine e di gran sostanza: l’uomo in più in mezzo al campo.
Agonismo a parte, chi ne paga le conseguenze sono le emozioni, nonostante i ritmi perennemente alti. Caruso e D’Auria restano sostanzialmente inoperosi per tutto il secondo tempo e sia la Vis che il Sora si devono accontentare di spartirsi la posta in gioco.
I leoni di mister Catanzani conquistano un punticino che ha lo stesso sapore di una vittoria: emozionante, ammirevole, quasi commovente. Non per le assenze di titolari che avrebbero (chissà) potuto incidere o meno, ma per l’impegno e l’attaccamento messo in campo da tutti i più giovani, di pari passo con la brillantezza mentale e psicologica dei “senatori”. Se qualcuno fosse ancora indeciso sulla definizione di “squadra”, da oggi non ha più senso pensarla diversamente.
Questa è la nostra forza. Che sia l’arma in più per raggiungere traguardi impensabili.
Stefano Colagiovanni












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